"E’ necessaria un’azione di monitoraggio costante da parte delle istituzioni e l’impiego di professionalità tecniche ed operative adeguate, da utilizzare ai fini della prevenzione capillare e diffusa dei fenomeni di dissesto a mezzo di interventi specifici e di opere di ingegneria naturalistica, questa è ormai un’esigenza imprescindibile. La tragedia della Salerno-Reggio Calabria in cui hanno perso la vita due persone non è una casuale fatalità, altri episodi drammatici possono ripetersi nel nostro Paese se non ci saranno interventi concreti". E’ quanto sottolinea Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf) in seguito alla frana avvenuta lunedì scorso sull’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Piano Lago (Cs) che ha provocato morti e feriti.
Tragico evento – "Il tragico evento che si è verificato sulla Salerno-Reggio Calabria – aggiunge Stefano Poeta, presidente della Federazione degli ordini dottori Agronomi e Forestali della Calabria – causato da un imponente fenomeno di frana, è solo uno tra i tanti che si ripetono periodicamente in tutta la regione. Addolorati per i lutti che in questa occasione hanno aggravato il bilancio, rimaniamo però sgomenti di fronte all’ennesimo evento certamente non fortuito, perché in buona parte riconducibile alla generalizzata assenza di regimazione delle acque superficiali, che mina in maniera diffusa l’assetto idrogeologico della regione". La Calabria infatti – evidenzia la federazione regionale – è fra le regioni italiane che presenta il più alto numero di aree in frana della massima pericolosità: tutti i comuni calabresi, nessuno escluso, ne contano almeno una.
Prevenzione – E’ necessario fare un’analisi ad ampio raggio secondo il consigliere Conaf, Graziano Martello, coordinatore del Dipartimento foreste ed ambiente: "La cementificazione selvaggia, la mancata sistemazione idrogeologica delle fiumare e dei torrenti e l’abbandono progressivo delle attività agroforestali aggravano con effetti diretti ed indiretti la situazione, e sono a loro volta – afferma Martello – all’origine di frane e smottamenti con i prevedibili danni per la collettività". Come non ricordare, infatti, gli eventi di Soverato e di Vibo Valentia, gli smottamenti continui tra Scilla e Bagnara (Rc), "oltre i recenti danni alla viabilità e le vittime dell’alluvione – prosegue Martello -, che ha devastato i comuni dell’entroterra reggino, innescati certo dagli eventi meteorici, ma i cui effetti si sono manifestati in maniera assolutamente nefasta, su un territorio reso estremamente fragile a causa dello stato di abbandono in cui versa".
Calabria in pericolo – Un territorio, la Calabria, che fino a non molti decenni fa, era coltivato e presidiato dalla popolazione rurale oggi molto ridotta. Un territorio che, ora più che mai, necessita di una profonda manutenzione per ripristinare equilibri e funzioni, in buona parte perduti. "Sono necessari interventi di rimboschimento – conclude Graziano Martello -, di manutenzione costante del soprassuolo, importanti opere di regimazione e drenaggio (terrazzamenti, ciglionamenti), recupero dell’antica sentieristica, delle opere trasversali lungo le fiumare, nonché della messa in sicurezza e della opportuna valorizzazione di interi versanti boscati e dei comprensori agricoli, un tempo baluardo contro il dissesto idrogeologico e gli incendi". I fenomeni naturali se non controllati possono avere effetti drastici ed incontrastabili come è accaduto di recente per il Lago Costantino in San Luca (Rc) cancellato dalle frane innescate dalle piogge di questi giorni. "Si trattava di un elemento naturalistico di pregio – ricorda il presidente della Federazione Stefano Poeta – che si era originato nel 1973, proprio in seguito ad un evento di frana, ma che ormai era entrato a far parte del paesaggio locale tanto che numerose sono state le grida di allarme da parte dei residenti in merito alle sue precarie condizioni ma che purtroppo non sono state ascoltate. Ma mentre per un lago è immaginabile un evento di ripristino – conclude Poeta-, questo non è possibile per le vite spezzate sempre più spesso da eventi simili".