Olio d’oliva: dall’Ue l’obbligo dell’etichetta in origine. Una vittoria per l’Italia

Voto favorevole del Comitato di gestione olio di oliva della Commissione europea, che oggi a Bruxelles ha approvato – con il solo voto contrario della Grecia e l’astensione della Svezia – la modifica del Reg. CE n. 1019/02 sull’etichettatura dell’olio d’oliva. Il provvedimento, che determina l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli extravergini e vergini di oliva, è attualmente in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e sarà applicato già dal 1° luglio 2009.

Il commento del Ministro Zaia – “Da oggi abbiamo a disposizione uno strumento prezioso per difendere i nostri produttori di olio e per tutelare il Made in Italy. Ringrazio personalmente il commissario europeo Mariann Fischer Boel per la sensibilità dimostrata nei confronti dei produttori e per l’attenzione riservata ai diritti dei consumatori, che potranno finalmente conoscere l’origine dell’olio che acquistano”. “L’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli extravergini e vergini di oliva – spiega Zaia – è il risultato di una battaglia che l’Italia ha condotto con tenacia e convinzione. Si tratta di un passo importante nella difesa della qualità e della trasparenza, perché fornisce al consumatore la possibilità di distinguere il prodotto italiano dagli oli di oliva provenienti dagli altri Paesi comunitari e non comunitari. D’ora in poi tutti sapranno esattamente cosa stanno comprando”. “Il provvedimento comunitario – conclude il Ministro – è anche lo strumento di cui avevamo bisogno per combattere al meglio le contraffazioni e le truffe: nessuno potrà più spacciare impunemente per italiano l’olio proveniente da altri Paesi”.

Andria (Pd) vede premiato impegno di De Castro – Per il ministro ombra Alfonso Andria "si completa così il percorso avviato nella precedente legislatura quando, l’allora Ministro Paolo De Castro adottò il Decreto Ministeriale dell’ottobre del 2007 in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine. Grazie al Decreto Ministeriale pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 18 ottobre 2007 – aggiunge Andria -, che ha imposto in Italia l’obbligo di etichettatura dell’olio extra vergine di oliva, è stato possibile rinegoziare il regolamento comunitario relativo all’etichettatura di origine rendendolo oggi applicabile a tutti gli Stati Membri. Del resto il vantaggio competitivo dell’agricoltura italiana risiede in un patrimonio enogastronomico straordinario, ricco di molteplici valori materiali e immateriali, la cui valorizzazione è un obiettivo che risponde alle aspettative dei cittadini e che al tempo stesso rappresenta una risposta economicamente valida alle nuove sfide del mercato". Conclude Andria: "L’Italia ha dunque bisogno di scelte incisive e specifiche in materia di certificazione e di etichettatura dei prodotti del ‘Made in Italy’".

Confagricoltura: fondamentale per la trasparenza e la competitività – “Si pone finalmente fine ad un’altalena di norme nazionali che rischiavano di non cogliere l’obiettivo e, paradossalmente, di addossare sugli agricoltori nuovi oneri”. Lo sottolinea Confagricoltura che più volte ha sostenuto la necessità di un negoziato con la Commissione per la modifica del regolamento che indicava l’origine solo in via facoltativa, ritenendo fortemente difficile che una norma nazionale potesse ribaltare un regolamento comunitario. “E’ questo – dichiara Confagricoltura – un ulteriore elemento nell’ottica della chiarezza e della competitività, che può consentire al nostro sistema Paese di recuperare terreno sui mercati nazionali ed esteri, in un momento di forte crisi del settore.  Occorrerà adesso avviare una adeguata campagna di informazione per consentire al consumatore una scelta consapevole, in un mercato dell’olio d’oliva finalmente più trasparente”.

Cia: Una vittoria per il nostro Paese – . E’ un vittoria per l’Italia, commenta con soddisfazione la Confederazione italiana agricoltori. “Ora, con questa decisione, l’iter del nuovo regolamento comunitario si fa più veloce ed è probabile – avverte la Cia – che possa entrare definitivamente in vigore dall’inizio della prossima estate. In questo modo, l’olio d’oliva “made in Italy” è più difeso dalle falsificazioni, dall’assalto degli “agropirati” e dalle sofisticazioni E così anche il lavoro dei nostri produttori, che puntano da anni alla qualità, è pienamente valorizzato”. Per la Cia – che da sempre si è battuta per una misura in tal senso- si tratta di un provvedimento importante, “attraverso il quale si impedisce di ingannare i consumatori vendendo come italiano un olio ricavato, invece, da miscugli diversi e soprattutto da olive provenienti da altri Paesi, come Grecia, Tunisia e Spagna”. Un fenomeno, questo, molto diffuso e che ogni anno provoca al nostro settore olivicolo un danno superiore ai 500 milioni di euro. “Nei mercati -sottolinea la Cia- troviamo, infatti, olio straniero sempre più in abbondanza. Oggi su tre bottiglie due sono di olio estero, ma i consumatori italiani non lo sanno e le comprano come prodotto nazionale, in quanto manca una precisa informazione. Il nuovo regolamentova, quindi, nella direzione giusta. Oltre a porre fine al lungo contenzioso con l’Ue, con il provvedimento si giunge ad una completa trasparenza, garantendo sia i consumatori che i produttori che in questo modo possono essere più tutelati. Insomma, uno stop deciso ai falsi oli d’oliva “made in Italy”. Secondo i dati della Cia l’Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione che supera le 600mila tonnellate (ricavate da 250 milioni di piante), due terzi delle quali extravergine e con molte Dop e Igp. Da non dimenticare poi il biologico. Il tutto per un valore produttivo che si avvicina ai 2,2 miliardi di euro.

Coldiretti: stop al falso Made in Italy – “Finalmente in Europa non sarà più possibile spacciare come Made in Italy l’extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine senza alcuna informazione per i consumatori”. E’ questo invece il commento della Coldiretti, che aggiunge che “si tratta di una storica svolta per l’Unione Europea che – sottolinea la Coldiretti – interpreta il bisogno di sicurezza e trasparenza dei cittadini ed evidenzia una sostanziale identità con il programma pubblicato sul sito della casa bianca dal presidente eletto Barack Obama che ha dichiarato l’intenzione di introdurre l’etichettatura d’origine per gli alimenti in commercio, cosicché i produttori americani possano distinguere i propri prodotti da quelli importati. L’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nell’extravergine in tutti i paesi europei è – sottolinea la Coldiretti – una risposta coerente alla necessità di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori comunitari e di combattere le truffe. Una necessità per un paese come l’Italia che nel 2008 – stima la Coldiretti – ha importato circa 500 milioni di chili di olio di oliva che in assenza di etichettatura si “confondono” con la produzione nazionale che è stata pari a poco piu’ di 600 milioni di chili, in aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno e di alta qualità. Una situazione che – continua la Coldiretti – ha avuto un forte impatto negativo sui prezzi pagati agli agricoltori che sono crollati del 30 per cento al di sotto dei costi di produzione mettendo a rischio il futuro del settore.

I numeri dell’extravergine (fonte Coldiretti) – L’aumento produttivo diffuso su tutto il territorio nazionale, risulta particolarmente evidente nelle regioni centrali che l’anno scorso avevano invece subito le maggiori perdite, a causa del clima sfavorevole. Nelle stime produttive di olio Made in Italy fornite da Unaprol, dopo un monitoraggio effettuato presso 6 mila aziende, vede aumenti di produzione, rispetto al 2007, piu’ consistenti in Toscana (fino al +50 per cento); Marche (+40 per cento), seguite da Liguria (+35 per cento) e con un incremento stimato a +30 per cento Emilia-Romagna, Umbria, Abruzzo e Molise.
Con il via libera del comitato di gestione – precisa la Coldiretti – si può completare l’iter di approvazione del regolamento comunitario che entra in vigore il primo luglio mentre nel frattempo resta vigente a livello nazionale il decreto ministeriale pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 18 ottobre 2007 che ha imposto in Italia l’obbligo di etichettatura dell’olio extra vergine di oliva. La norma per l’indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. L’Italia – conclude la Coldiretti – è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall’Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative.
 

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