Stop ai danni per le produzione agricole toscane da parte degli ungulati. E’ l’ora di risolvere una volta per tutte, in tempi certi e rapidi, il problema della presenza invasiva degli animali selvatici (cinghiali, cervi, caprioli, etc), che si trascina da anni, divenendo sempre più grave e con conseguenze devastanti per l’agricoltura. Lo sottolinea la Cia Toscana, che a pochi giorni dalla Conferenza regionale sulla Caccia, convocata dalla Regione Toscana per il 13 e 14 febbraio, fa il punto sullo stato della discussione relativa alle politiche faunistico-venatorie.
I numeri – Nel 2007 i risarcimenti pagati dagli ATC per danni all’agricoltura sono stati pari a circa 2.500.000 euro. Peraltro i danni reali sono sicuramente maggiori, poiché non tutti richiedono i risarcimenti e, spesso, questi non coprono completamente il danno. Il cinghiale è responsabile dei danni per il 63% dei casi, il restante 37% è imputabile a volatili, caprioli, cervi e daini. Nell’ultimo decennio si è assistito ad una forte oscillazione dei danni all’agricoltura: il picco si è registrato nel 2001 con 3 milioni e mezzo di euro di risarcimento, ma il trend degli ultimi tre anni è in ascesa, 1.400mil. di euro nel 2005, 1.6 nel ’06 e 2.5 nel 2007.
Soluzioni concrete – “La situazione venatoria in Toscana presenta ad oggi luci ed ombre – sottolinea il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci –. Sulle idee siamo in linea con la Regione Toscana, ma non ancora sui fatti. La conferenza sulla caccia dovrà rispondere in modo deciso e definitivo a due obiettivi principali, ridurre immediatamente il numero degli ungulati in Toscana e una revisione delle norme di gestione della caccia”. Nel dettaglio la Cia Toscana chiede: un provvedimento che affronti l’emergenza attraverso un piano straordinario di interventi da rendere immediatamente operativo, che sia in grado di riportare sotto controllo gli ungulati. E una proposta di Legge di riordino della “governance” delle politiche faunistico-venatorie, che sia operativa prima dell’estate, che ridisegni competenze, responsabilità, modalità di gestione. “L’occasione della Conferenza – aggiunge Pascucci – non può essere sprecata, non si possono più rimandare le scelte. L’esperienza di questi anni, basata sulla collaborazione tra mondo venatorio, ambientalista ed agricoltura è da confermare e valorizzare; ma solo risolvendo i problemi si può rilanciare il percorso virtuoso che insieme abbiamo saputo costruire in Toscana”.
La Conferenza regionale sulla caccia – Secondo la Cia regionale la fase di preparazione della Conferenza è stata importante sia per il metodo, che per il contenuto, consentendo di individuare strategie e politiche di svolta in questo settore. “Condividiamo quanto è emerso negli incontri preparatori – afferma Marco Failoni, della presidenza regionale della Cia –, alla cui elaborazione abbiamo dato il nostro contributo, e che è ormai patrimonio comune delle Istituzioni, dell’associazionismo venatorio, degli ambientalisti e degli agricoltori. Innanzitutto la Regione Toscana ha finalmente riconosciuto la salvaguardia delle produzioni agricole e dei redditi delle imprese come obiettivo prioritario delle politiche in campo faunistico-venatorio. In secondo luogo sono state individuate strategie per il contenimento degli ungulati anche negli “istituti faunistici” e nei parchi, soluzioni per migliorare la prevenzione, percorsi per definire criteri omogenei di determinazione dei danni e per garantirne il pieno riconoscimento agli agricoltori”.
Il silenzio della Regione Toscana – “Purtroppo – prosegue Failoni – notiamo invece che la Regione, pur riconoscendo lo stato di emergenza produttiva dell’agricoltura determinato dalla presenza invasiva degli ungulati, ancora non avverta la necessità di misure urgenti per farvi fronte. Occorre un intervento straordinario con forza di Legge – conclude Failoni – che provveda da subito a vietare il foraggiamento degli ungulati, definisca un piano di abbattimenti a breve termine, attribuisca alle province poteri straordinari di attuazione degli interventi. Non si può pensare che, mentre si discute delle nuove Leggi e del nuovo modello di gestione, non si fa nulla per arginare l’emergenza”.
Interventi straordinari – Su questo punto la Cia Toscana sembra non transigere: “Perché sulla capacità di intervento immediato – conclude il presidente Pascucci – si gioca la credibilità della Conferenza sulla caccia. Ci sono precedenti in Toscana che dimostrano che di fronte ad una situazione eccezionale si può intervenire con provvedimenti di emergenza. Chiediamo alla Regione Toscana di non sottovalutare la gravità della situazione e di adottare subito provvedimenti adeguati”.