E adesso arriva il “caro-Carnevale”. Non solo i costumi a prezzi stellari. Aumenti record si hanno anche per frappe, castagnole, frittelle ed altre specialità locali. Ma ciò non sembra scoraggiare più di tanto gli italiani che di questi dolci tipici, soprattutto nei giorni che vanno da giovedì a martedì grasso (dal 19 al 24 febbraio prossimi), ne consumeranno più di 22 mila tonnellate, per una spesa che supera i 130 milioni di euro. A segnalarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale, rispetto al costo delle materie prime (come farina, latte, zucchero e uova), i listini al dettaglio registrano incrementi anche dell’ 800 per cento.
Prezzi in alto – Un chilo di frappe al consumo – avverte la Cia – arriva a costare, in media tra i 15 e i 20 euro. Ma si possono raggiungere anche punte di 35-50 euro. Se, invece, vengono fatte in casa il costo, sempre per un chilo, si può aggirare intorno ai 5 euro. E questo viene messo in evidenza anche dalle associazioni dei consumatori che hanno calcolato incrementi al dettaglio, rispetto all’anno passato, del 50 per cento. E la locuzione latina, “Semel in anno licet insanire”!, si addice alla perfezione. Si rischia, però, di impazzire per i rincari troppo onerosi. Molto meglio, quindi, il “fai da te”. Sicuramente si risparmia e di tanto.
Ma gli italiani non rinunciano – Nonostante questa corsa sfrenata dei prezzi, gli italiani – sottolinea la Cia – non rinunciano, tuttavia, alla festa. Come è avvenuto per Natale e Capodanno, quando i consumi di prodotti tipici (in particolare Panettoni e Pandori) hanno fatto registrare una sostanziale crescita, anche per il Carnevale s’annuncia un aumento negli acquisti di frappe, che risultano le più apprezzate. Rispetto allo scorso anno si dovrebbe avere un incremento pari al 3-4 per cento. Ma questi dolci tipici del Carnevale è possibile gustarli soprattutto nelle tante feste popolari e contadine che si celebrano in questo periodo nei borghi e nelle contrade di moltissimi paesi. Prodotti che oltretutto occupano un posto di rilievo nelle tavole che si preparano ad allestire gli agriturismi che, anche in questo periodo, registrano un aumento nelle prenotazioni.
Tradizione italiana – Svariate in tutte le regioni sono le specialità legate alla tradizione rurale e contadina per il Carnevale. Si va dalla “cicerchiata” dell’Abruzzo alle “chiacchiere” della Basilicata; dalla “pignolata” in Sicilia e Calabria, agli “struffoli” in Campania, dalle “sfrappole” e “lasagnette” in Emilia Romagna ai “crostoli” del Friuli Venezia Giulia, dalle frappe e castagnole del Lazio alle “bugie” della Liguria e del Piemonte, dai “tortelli” della Lombardia ai “berlingozzi, ai “cenci” e alle ciambelle della Toscana, dai “brugnolus” e “orillettas” della Sardegna ai “grostoi” del Trentino, ai ”galani” del Veneto. Il carnevale è, d’altra parte, una festa che nasce proprio dalla tradizione contadina. Forti, infatti, erano le valenze simboliche legate al mondo agricolo-pastorale. Si salutava la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, la quale, secondo le credenze popolari, dava vita ad un ciclo di stagione opulenta, feconda e fertile per la terra, assicurando ottimi raccolti.