“L’agricoltura è l’unico settore produttivo che segna una crescita. Il valore aggiunto, secondo le prime stime, dovrebbe aumentare nel 2008 dell’1,2 per cento. Un incremento che, tuttavia, non deve trarre in inganno. Il dato positivo dell’anno passato fa, infatti, seguito ad un triennio (2005-2007)di continue e preoccupanti flessioni che non sono state affatto recuperate. Non solo. Lo scenario del mondo agricolo italiano resta difficile, con imprese in grande affanno, sempre più strette da pesanti costi produttivi e da gravosi oneri contributivi e burocratici. Mentre i prezzi praticati sui campi sono in caduta libera (meno 7 per cento). Per questo sollecitiamo misure straordinarie in grado di dare concreti sostegni agli imprenditori che vedono ridurre redditi e competitività”. E’ quanto sottolinea il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi a commento dei dati preliminari dell’Istat sul Prodotto interno lordo (Pil).
La preoccupazione resta – “Il segno positivo registrato nello scorso anno non sgombra il campo dai tantissimi problemi che oggi -aggiunge Politi- condizionano l’agricoltura italiana. La situazione difficile delle imprese resta tale. Il dato del 2008 non rischiara per nulla il cupo scenario che incombe sul settore. Per questo motivo rinnoviamo le nostre critiche al governo che non ha compreso la gravità delle questioni e, attraverso la ripresa della mobilitazione sull’intero territorio nazionale, solleciteremo il varo entro tempi rapidi di interventi mirati per contrastare l’attuale emergenza”. Il presidente della Cia ricorda le proposte prioritarie presentate sia all’esecutivo che alle forze parlamentari e alle Regioni e agli enti locali: la proroga di tre anni (ora ferma al 31 marzo prossimo) degli sgravi contributivi; correzioni al decreto legge sulle quote latte, attualmente inaccettabile; riduzione, anche con interventi di carattere fiscale, dei pesanti costi produttivi (solo i concimi sono rincarati di oltre il 60 per cento); alleggerimento degli oneri burocratici; finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. “Negli ultimi dieci anni -avverte Politi- circa 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, hanno chiuso i battenti. Solo nel 2008 più di 20 mila sono andate fuori mercato. Il rischio è che, se non si adottano precisi provvedimenti, nei prossimi tre-quattro anni, altre 250 mila aziende rischiano di cessare l’attività”.
Coldiretti: anticiclica può battere la crisi – L’agricoltura è l’unico settore in controtendenza che fa registrare una crescita percentuale del valore aggiunto nel 2008 a conferma che la campagna può svolgere un ruolo anticiclico a sostegno dell’economia. E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento ai dati Istat relativi al Pil nel 2008, nel sottolineare che in Italia occorre superare le distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono i redditi delle imprese e dei consumatori.
Incoraggiare i giovani come Obama – Non è un caso – continua la Coldiretti – che lo stesso presidente degli Stati Uniti Barack Obama si sia posto l’obiettivo di "incoraggiare i giovani a diventare agricoltori " ma anche di "sostenere l’agricoltura locale", "promuovere le energie rinnovabili" , "assicurare la copertura della banda larga nelle aree rurali", "migliorare le infrastrutture nelle campagne" ed "estendere l’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta per consentire di distinguere il proprio prodotto da quello importato". Per cogliere le opportunità offerte dalle campagne in tempo di crisi è necessario affrontare e risolvere in Italia – conclude la Coldiretti – il problema dei rapporti di filiera poiché mentre i prodotti alimentari continuano ad essere acquistati e ben pagati dai cittadini, solo 17 centesimi sui 100 spesi dai consumatori rimangono nelle tasche degli agricoltori che devono anche affrontare crescenti costi di produzione.