Ici sui fabbricati rurali, ora rimborsi celeri

Sparito l’Ici sui fabbricati rurali, è l’ora che Comuni annullino d’ufficio gli accertamenti e rimborsino le aziende agricole, con tante scuse. E’ quanto chiede la Cia Toscana in primis a quei Comuni toscani che nelle settimane scorse avevano già richiesto i pagamenti Ici alle aziende agricole. La conversione in legge del Decreto Milleproroghe risolve una parte importante dei problemi del settore agricolo. La norma risolutiva concerne una “interpretazione autentica”, condivisa dai parlamentari con encomiabile spirito bipartisan (contenuta nell’art. 23, comma 1 bis del citato Decreto Milleproroghe).

Altre criticità – "Almeno il problema Ici è risolto – ha dichiarato il vicepresidente di Cia Toscana Valentino Vannelli –, ma come la Cia ha ripetutamente evidenziato rimangono purtroppo irrisolti altri problemi quali, ad esempio, la fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese che assumono manodopera".

L’Ici sui fabbricati rurali – Dopo che per ben 16 anni i fabbricati rurali erano stati giustamente ritenuti non tassabili in forma autonoma – considerato che il loro valore è tassato assieme ai terreni cui sono asserviti -, un’opinabile sentenza della Corte di Cassazione aveva indotto molti Comuni a ritenere che le cose fossero cambiate. A fronte dei ritardi governativi nel trasferimento delle promesse compensazioni necessarie dopo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, con la speranza di rimpinguare le casse comunali, alcuni Comuni avevano avventatamente messo mano allo strumento dell’accertamento e richiesto ai cittadini l’Ici sui fabbricati rurali, con pesanti arretrati, risalendo fino al 2003."Di fronte al paventato rischio di incorrere nel “danno erariale” – prosegue Vannelli – alcuni Comuni si sono precipitati ad emettere avvisi di accertamento per l’Ici sui fabbricati rurali, che sin dal 1994, cioè da quando esiste l’Ici, erano stati considerati non assoggettabili all’imposta". Fortunatamente, in Toscana la maggior parte dei Comuni ha responsabilmente adottato le necessarie cautele e non è corsa dietro a quanti sollecitavano gli uffici tributi comunali ad avviare gli accertamenti. Ora, si chiede la Cia toscana, chi risarcirà le casse dei Comuni delle spese sostenute per questa infelice iniziativa di accertamenti a tappeto? Chi rimborserà le spese dei cittadini che sono stati costretti ad impugnare gli accertamenti presso le Commissioni tributarie?

Solerzia nei rimborsi – "Ci auguriamo che la solerzia dimostrata dagli uffici tributi di quei Comuni, con l’emissione degli accertamenti, – afferma Vannelli – venga manifestata anche per il loro annullamento d’ufficio, soprattutto degli accertamenti che sono stati impugnati di fronte alle Commissioni tributarie. E non chiediamo troppo, se aggiungiamo che ci attenderemmo altrettanta solerzia per il rimborso di quanti hanno invece messo “mano al portafoglio” e pagato quanto intimato dai Comuni".

 

Informazione pubblicitaria