Tartufo, prezzi alle stelle a cui il Comune di San Giovanni d’Asso risponde con l’abbattimento dei costi grazie alla filiera corta in grado di salvaguardarne anche la qualità. E’ il tartufo marzuolo delle Crete Senesi, protagonista della Mostra mercato e di un mese di appuntamenti a San Giovanni d’Asso (Si) al via sabato 7 marzo. Il prezzo del tubero più famoso del mondo è lievitato rispetto allo scorso anno, al dettaglio costa dai 600 agli 800 euro al chilo (contro i 400 euro del 2008) a causa anche della scarsità del prodotto dovuta al maltempo.
Risparmio nelle Crete Senesi – Fa eccezione il piccolo borgo delle Crete Senesi dove il marzuolo si compra, per l’intero mese, al costo dimezzato di 300 euro al chilo di media e direttamente dalle mani dei cercatori. E’ questo il metodo adottato in favore dell’abbattimento dei costi e per la tutela e la valorizzazione del prodotto di fronte ad un mercato che è dominato da importazioni massicce e contraffazioni (made in Spagna 25-30 euro al chilo; made in Marocco e Tunisia 10-15 euro al chilo).
La normativa assente – Un gioiello di famiglia che celebrato con tutti gli onori grazie alla collaborazione dell’Associazione Tartufai Senesi che permette di avere la tracciabilità del prodotto in assenza di una normativa nazionale e europea che la garantisca. "Purtroppo su questo argomento esiste solo una legge inadeguata del 2005 che non prevede la tracciabilità del prodotto – afferma Michele Boscagli, sindaco di San Giovanni d’Asso – Anche per questo ci riuniremo insieme alle altre Città del Tartufo il 13 marzo ad Alba per il direttivo nazionale in quanto abbiamo presentato alla Commissione Agricoltura della Camera una nuova normativa che consenta di sapere da dove viene il tartufo e chi è colui che lo trova".
Come difendersi dalle imitazioni – In attesa che anche la legge riconosca la qualità di questo prodotto che riscuote successo in tutto il mondo, il marzuolo delle Crete Senesi deve combattere per difendersi dalle numerose imitazioni: "Sul mercato ce ne sono tante che danneggiano l’immagine del nostro prodotto di qualità – afferma Leonello Nencini dell’Associazione Tartufai Senesi -. Ci sono quelli che provengono dalla Spagna venduti a 25 -30 euro al chilo che sono belli da vedere ma senza aromi e poi ci sono quelli del Marocco e della Tunisia che non sono nemmeno classificati come tartufi ma venduti come tali a 10-15 euro al chilo dall’intenso profumo di tartufo solo perché viene aggiunto un aroma sintetico, il bismetiltiometano". Così per i consumatori c’è solo un modo per districarsi nella giungla dei falsi: "Recarsi esclusivamente nei ristoranti che hanno il marchio “Città del Tartufo” o “Amico Tartufo” e non farsi incantare dal profumo" consiglia Nencini.
Accordo con la ristorazione – Per tutto il mese di marzo, grazie all’accordo con Slow Food ed alcuni ristoranti del territorio, si potrà degustare piatti a base di tartufo marzuolo direttamente sul posto e a costi ribassati.