Per trebbiatrici e macchine agricole vendite in picchiata. Le previsioni per il 2009 del presidente nazionale di Unacma (Unione nazionale commercianti di macchine agricole, aderente a Confcommercio), Guglielmo Carlini, sono preoccupanti. "Prevediamo una contrazione del 40 per cento sulle vendite di mietitrebbie e del 25 per cento sulle vendite di trattori e macchine agricole", afferma.
Una situazione a tinte fosche, che cancella in un attimo i timidi risultati del comparto del 2008. "Lo scorso anno", commenta infatti Carlini, "non è andata poi così male. Forse perché eravamo reduci da un 2007 molto pesante, con le vendite di macchine agricole che crollarono di oltre dieci punti percentuali rispetto al 2006, ma il 2008 lo abbiamo archiviato con un + 1,6 per cento sulle immatricolazioni dell’anno precedente, con complessive 27.261 nuove trattrici vendute e performance positive soprattutto in Lombardia e Piemonte, regioni in cui sono stati registrati incrementi positivi, rispettivamente dell’11,7 per cento e del 20 per cento". Quest’anno ha "tutte le premesse per essere estremamente difficile".
Grave crisi – I commercianti di macchine agricole devono fare i conti, al pari delle automobili, "con una grave crisi economico-finanziaria, che ha influito negativamente sull’accesso al credito e contemporaneamente anche sotto il profilo psicologico. Uno scenario che ha avuto ripercussioni sulle casse e sulla voglia di investire degli agricoltori e delle imprese di meccanizzazione agricola, il settore forse più attento alla modernizzazione delle macchine in agricoltura". Fra le cause di questa lunga frenata in arrivo, accanto alla crisi economica secondo il presidente di Unacma, pesano anche altri fattori. "I Piani di sviluppo rurale non prevedono, salvo qualche eccezione e per segmenti di innovazione più legati alla zootecnia che alla meccanizzazione, incentivi e aiuti per ammodernare il parco macchine in maniera significativa", osserva Carlini, "senza dimenticare che in alcune Regioni i bandi sono partiti con forte ritardo e purtroppo con alcune misure non particolarmente azzeccate per gli imprenditori del settore primario". Più dinamico, anche se molto lontano dall’euforia, il settore dell’usato. "D’altronde, quando si bloccano le vendite del nuovo, le richieste degli operatori si spostano sulle macchine usate. Ma questa volta, rispetto al passato, c’è minore fermento". Che fare, dunque, per evitare di ritrovarsi pesantemente al di sotto della linea di galleggiamento? Il numero uno di Unacma propone «l’introduzione di aiuti pubblici anche per la rottamazione di macchine agricole, esattamente come è avvenuto per il mondo dell’automobile". Provvedimenti destinati, secondo Carlini, «ad ammodernare la meccanizzazione in agricoltura, sotto forma di incentivi alla rottamazione per l’acquisto del nuovo, ma ancor più per la messa a norma o l’eventuale sostituzione di macchine che dovranno, in via preliminare, essere revisionate". "Altrimenti, sul medio/lungo periodo, la meccanizzazione in Italia corre seriamente il pericolo di essere superata dai Paesi comunitari dell’area Centro-Orientale. E fra quattro o cinque anni saremmo costretti ad alzare bandiera bianca sul versante della competitività sui mercati internazionali, senza possibilità alcuna di riscattarci". Condivide l’analisi e non è meno preoccupato il presidente di Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola, aderente a Confindustria), Aproniano Tassinari. Eppure, nonostante le innegabili difficoltà, il bicchiere lo vede mezzo pieno. "Non siamo esattamente un settore come quello delle automobili, dove c’è una saturazione tale che potremmo viaggiare per i prossimi dieci anni con le stesse auto. Il settore dell’agricoltura è fondamentale", spiega Tassinari, "non possiamo fermarci, perché non si può smettere di mangiare". In pratica, per il presidente di Unima, "il nostro è un mercato che può rallentare, ma non può fermarsi". Certo, "la situazione economica generale, soprattutto per la parte finanziaria, è estremamente grave. E le banche applicano in misura estremamente restrittiva le direttive di Basilea 2. E nel comparto agricolo e agromeccanico chi non può offrire garanzie reali ha molta più difficoltà ad accedere ai finanziamenti".
Eppure questo momento di difficoltà, secondo Tassinari, "dovrà essere vissuto come un momento di riflessione, per impostare nuovi rapporti con il credito e fra la filiera e il mercato. Per questi motivi non dobbiamo trascurare tutte le opportunità che un nuovo modello di mercato potrà offrirci". Fondamentale, nel segmento della vendita di macchine agricole, il ruolo dei contoterzisti. "Siamo il braccio meccanico dell’agricoltura", prosegue Tassinari, "e lo dico con la forza dei numeri. Oggi il 90 per cento della raccolta in agricoltura è fatta dalle imprese di meccanizzazione agricola e sono oltre 900mila gli imprenditori agricoli che si avvalgono del nostro lavoro". Nessuna pretesa di essere confusi col mondo agricolo o di confluire nell’agricoltura. "Ma proprio per la nostra funzione e il ruolo di supporto che abbiamo in agricoltura, abbiamo la necessità di avere un’identificazione chiara e puntuale della nostra figura e soprattutto, e qui mi collego alla situazione di mercato, dobbiamo poter accedere alle misure del Psr che consentono misure agevolate per l’acquisto di mezzi e macchine agricole".