Non si placa l’allarme cinghiali. La denuncia questa volta arriva da Sergio Marini, presidente Coldiretti che sottolinea il ripetersi di casi di “allevamenti di pecore decimati, migliaia di campi con i raccolti distrutti, ripetuti casi di incidenti stradali provocati da gruppi di cinghiali guidati da animali fino di oltre 150 chili di peso che arrivano fino dentro le case non sono piu’ tollerabili per un paese civile”.
Sicurezza a rischio – “La sicurezza nelle aree rurali – denuncia Marini – è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le persone e le cose. Non è piu’ solo una questione di risarcimenti dei danni ma è diventato – precisa Marini – un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non è solo è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Negli ultimi dieci anni, gli animali selvatici si sono quasi decuplicati e l’aumento di cinghiali e altri ungulati ha messo in allarme non solo le imprese agricole, ma anche la società e l’ambiente”.
Difendere gli agricoltori – “Per questo -continua Marini – la Coldiretti, in riferimento alla discussione aperta al Senato sul tema della riforma della disciplina sulla caccia, ritiene che occorra tenere in prioritaria considerazione gli interessi e le ragioni degli agricoltori per quanto riguarda la salvaguardia delle produzioni e la sicurezza del territorio rispetto ai sempre più frequenti episodi di danni provocati da fauna selvatica e, in particolare, dal cinghiale. Il testo proposto dal relatore Senatore Franco Orsi, di coordinamento dei vari disegni di legge riguardanti la modifica delle discipline in materia di tutela della fauna selvatica ad esercizio della caccia rappresenta – sottolinea la Coldiretti – una prima risposta positiva da approvare rapidamente. Il testo propone misure straordinarie di controllo attraverso la previsione di ordinanze di protezione civile che considerano la particolare gravità della situazione ma resta, in ogni caso, da perfezionare – continua la Coldiretti – la costituzione di un fondo che regolamenti il riconoscimento del danno attraverso un risarcimento integrale delle perdite subite”.