Giuseppe Alai, 52 anni, imprenditore agricolo, è stato confermato alla presidenza del Consorzio del Parmigiano-Reggiano. Lo affiancano alla vicepresidenza il modenese Maurizio Filippini (con funzioni di vicario) e il parmense Alberto Boscoli. Del nuovo Comitato esecutivo del Consorzio fanno inoltre parte, oltre a presidente e vicepresidenti, Paolo Bandini (presidente della sezione provinciale di Parma), Graziano Salsi (presidente a Reggio Emilia), Aldemiro Bertolini (presidente a Modena), Pietro Maria Gattoni (presidente a Mantova), Angelo Romagnoli (presidente a Bologna), Marco Prandi e Gabriele Bandini. Alai, presidente di Banca Reggiana-Credito Cooperativo, della Confcooperative di Reggio Emilia e vicepresidente della Federazione regionale delle Bcc dell’Emilia-Romagna, inizia così il suo secondo mandato triennale alla guida del Consorzio del Parmigiano-Reggiano.
Riconfermato – “Tre anni di lavoro – sottolinea lo stesso Alai – che saranno segnati da un particolare impegno per costruire un vero e proprio sistema imprenditoriale in cui i consorziati si orientano concretamente su obiettivi comuni, e primo fra tutti quello di giungere ad un reale governo della produzione ai fini della commercializzazione. E’ su questo versante storicamente debole che abbiamo bisogno di innalzare il potere contrattuale dei produttori, divenuto progressivamente sempre più fragile di fronte ad una concentrazione degli acquisti e delle vendite da parte della GDO”. “Si tratta – spiega Alai – di un obiettivo prioritario, come del resto conferma la durata e la gravità della crisi delle quotazioni all’origine che stiamo vivendo ormai da cinque anni: non siamo più di fronte ad un andamento ciclico che alternava andamenti congiunturali negativi e buone riprese, essendo legato in prevalenza ad un instabile andamento della produzione, con incrementi e flessioni che si ripercuotevano sul mercato”.
Numeri – “La produzione continua infatti a scendere da anni (nel solo 2008 ha segnato un –2,14%) – prosegue il presidente del Consorzio – ma le quotazioni non si riprendono: questo significa che i produttori non sono in grado di incidere realmente sul mercato e che le azioni di informazione e promozione del Consorzio non bastano a colmare una carenza strutturale legata alla polverizzazione dell’offerta”. “Accanto alle azioni promozionali molto più incisive che abbiamo avviato soprattutto sui mercati esteri (con specifici accordi con gli esportatori) e a sostegno dei consumi interni (che continuano a crescere) – osserva Alai – l’aggregazione dell’offerta è il vero obiettivo dei prossimi anni, per non arrivare continuare in quel paradosso che vede crescere i consumi e diminuire le quotazioni, con l’unico risultato, in prospettiva, di un crollo del settore”.