Pagamenti vari, errori o disfunzioni su internet, indicazioni sbagliate, domande di pensione, cartelle pazze, riconoscimento d’invalidità, dichiarazione dei redditi e molto altro, rappresentano spesso un labirinto tortuoso che costa, ad alcune categorie di persone, circa 20 giorni d’impegno nel corso di un anno. Si quantificano, infatti, in 190 le ore che in media, anche a Siena, vengono dedicate a questo “lavoro” da un italiano e di oltre 390 se, per il disbrigo di pratiche legate a pagamenti, norme e regole italiane si occupa uno straniero o un pensionato. Il conto, proiettato alla distanza di una vita lavorativa, sfiora i due anni e mezzo passati tra file, sportelli, reperimento documentazioni e uffici. Questo dato sorprendente emerge tra i primi macro-dati di uno studio, sui comportamenti italiani -burocrazia, che sta conducendo� l’Inac-Istituto nazionale assistenza cittadini della Cia, incrociando dati propri (questionari compilati dai cittadini a campione) con le analisi fatte, da Istat, Inps, Inail, Inpdap, Ministeri competenti e varie Associazioni dei consumatori.
Inac in piazza per te – L’occasione per sottolineare le anomalie burocratiche è la giornata nazionale “Inac in piazza per te”, che si è svolta quest’oggi anche a Siena, grazie al Patronato Inac della Cia Siena che ha allestito un gazebo informativo con personale qualificato, per offrire “aiuto” ai cittadini e orientarli per il disbrigo di pratiche connesse a norme, leggi e adempimenti previsti dal nostro Paese. Lo slogan della manifestazione, non a caso è: “Fare domande, avere risposte”.Un concetto ispirato dalla lettura di un dato emerso dai questionari sottoposti ai cittadini dall’Inac, che evidenzia come oltre il 73 per cento degli italiani e il 95 per cento degli stranieri, che vivono nel nostro Paese non conosce i patronati, il loro ruolo e i servizi offerti."Questi dati e le problematiche su cui ci confrontiamo quotidianamente -spiega Daniela Zamperini, direttore dell’Inac per la provincia di Siena – hanno ispirato la nostra manifestazione, che ci vede tra la gente, per rivendicare e valorizzare il ruolo e le attività del patronato, portando il nostro contributo fattivo per l’alleggerimento della burocrazia che grava sui cittadini, troppo spesso disorientati e poco assistiti. Sempre sul tema lavoro -continua Zamperini – e più precisamente sugli infortuni sofferti nell’espletamento della propria attività, e il relativo riconoscimento del legittimo diritto, si passa, solo per portare un esempio,dalle “cinque tappe” previste per chi si rivolge ad un patronato, alle “9 tappe”per chi vuole chiudere la pratica da solo".