E’ Urano Carpini, cantiniere dell’azienda Valdipiatta di Montepulciano, il migliore “Cantiniere dell’Anno” secondo la commissione del premio istituito dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e consegnato in occasione di “A cena con il Nobile”, serata di degustazione dei prodotti enogastronomici della Val di Chiana che apre come ogni anno la tradizionale Fiera dell’Agricoltura di Tre Berte, giunta quest’anno alla sua 28.a edizione. A consegnare il riconoscimento una commissione giudicante composta dal Sindaco di Montepulciano Massimo Della Giovanpaola, dal Presidente del Consorzio del Vino Nobile Federico Carletti e dal Presidente dell’Associazione Fiera Nicola Giomarelli.
Il Premio, arrivato all’ottava edizione, ha l’obiettivo di premiare la maestranza che si è particolarmente distinta nell’attività vitivinicola per un periodo relativamente lungo di tempo. In poche parole intende valorizzare una professione “antica” che possiede un fascino tutto suo, fatto di esperienza, mestiere ed anche piccoli e grandi segreti. E’ una figura quella del cantiniere che troppo spesso a Montepulciano non è stata sufficientemente evidenziata, è poco conosciuta anche se tradizionalmente legata al territorio. Oggi quasi tutte le aziende vitivinicole si avvalgono di enologi, professionisti di grande valore che anche grazie all’aiuto proveniente da tecnologie sempre più all’avanguardia, impostano e “gestiscono” tutte le diverse fasi di produzione del vino, senza tuttavia dimenticare che il vino è un prodotto vivo e in quanto tale soggetto a cambiamenti, ecco perché la figura professionale tradizionale del cantiniere continua ad essere estremamente preziosa; grazie alla sua esperienza, alla sua passione e soprattutto alla sua costante presenza a fianco del vino sa cogliere con precisione il momento giusto in cui intervenire. E la professione del cantiniere si sta evolvendo sempre di più. Sempre più giovani si stanno cimentando nell’apprendere questo mestiere soprattutto cercando di adeguarlo a quelle che sono le innovazioni in cantina, quali appunto la tecnologia e la meccanizzazione del lavoro.
Urano Carpini: il vincitore – Urano Carpini, il Cantiniere dell’Anno 2009, è praticamente “nato” in cantina: 48 anni di cui circa trenta trascorsi nell’azienda vinicola Tenuta Valdipiatta. "Ho iniziato questo lavoro nel 1977, all’età di sedici anni sempre nella cantina Valdipiatta», dove lavora tutt’ora. Urano ha seguito le orme del padre che era già stato cantiniere prima di lui, una passione di famiglia insomma. Non ci sono segreti nella professione di cantiere, ma l’unico elemento fondamentale, secondo il migliore cantiniere del 2009, «è quello di fare le cose bene e con passione e anche in vigna deve essere fatto un lavoro minuzioso della crescita dell’uva che deve arrivare in cantina nelle migliori condizioni possibili per essere dunque lavorata e preparata a diventare vino". Urano, nonostante faccia da molti anni questo mestiere di antiche tradizione, è comunque tra i giovani operatori di questo settore a Montepulciano, segno evidente che il ricambio generazionale c’è e che anche l’evoluzione della professione di cantiniere sta andando in una giusta direzione con l’adeguamento anche alle tecniche innovative di lavorazione in cantina. "Consiglierei ai più giovani di intraprendere questa strada – ha detto Urano Carpini durante la premiazione – ma solo se mossi da una vera passione e avvicinandosi a questo mestiere con la voglia di vedere crescere un prodotto così “Nobile” come il vino che produciamo dalle nostre parti".
Adamo Pallecchi: passione e piccoli segreti – Adamo Pallecchi è stato il primo cantiniere di Montepulciano ad aver ricevuto il riconoscimento come Cantiniere dell’Anno nel 2002. Nella città del Nobile Adamo è una specie di “istituzione”: cantiniere della Cantina Contucci dal 1961, ma in attività dal lontano 1953 (all’età di 15 anni) si dedica da ormai cinquant’anni con costante passione al Vino Nobile, di cui riesce a comunicare agli altri l’essenza, l’anima con grande trasporto. "Tutto è nato dalla curiosità, fui affascinato quando, passando davanti ad una cantina, mi fermai a guardare dei carri che trasportavano le bigonce con l’uva" – ricorda Adamo che deve tutto alla fortuna di aver avuto un "grande maestro che mi ha trasmesso la passione per questo lavoro e mi ha insegnato l’arte di fare il Vino Nobile secondo tradizione, come si faceva da sempre". "Un lavoro questo in cui ci sono anche dei piccoli segreti – continua il cantiniere dei Cantucci – è il mio maestro che me li ha passati e a sua volta gli erano stati insegnati dal suo maestro", segreti che come dice quasi sottovoce Adamo "non si possono svelare ma che vanno tirati fuori al momento giusto".
Bruna Casagrande: una donna in cantina – La signora Bruna Casagrande è un’altra memoria storica tra i cantinieri di Montepulciano. 83 anni all’anagrafe, da 48 impegnata nel lavoro in cantina, ha iniziato la sua attività presso la Cantina Redi e dal 1960 è passata alla Cantina Gattavecchi dove, nonostante sia ormai in pensione, trascorre ancora alcune ore della sua giornata, come fosse in famiglia. Esperta, infaticabile e precisissima nel suo lavoro, la signora Bruna ha svolto tutti i lavori in cantina, distinguendosi in un’attività declinata quasi esclusivamente al maschile “lavori faticosi, da uomini: pulire le damigiane, portarle nella cantina, mettere il tubo alle botti del vino per svuotarle e poi riempire le damigiane, pulire le botti tutte quante a mano” ci racconta lei stessa. Anche nel suo caso è la passione che l’ha portata a scegliere di fare il cantiniere, anzi la cantiniera: “L’ho scelto perchè mi piaceva, l’ho fatto proprio con tanta tanta passione…anche se era un lavoro da uomo”.