In controtendenza rispetto al crollo dell’industria del 23,8 per cento, su base annua la produzione agricola totale rimane sostanzialmente stabile (- 0,6 per cento) nel primo trimestre del 2009. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sulla produzione industriale a marzo. L’andamento della produzione agricola totale è il risultato – sottolinea la Coldiretti – di un calo dello 0,9 per cento della produzione negli allevamenti e di una sostanziale stazionarietà nell’attività di coltivazione, sulla base dei dati Ismea.
Crescita – Nel primo trimestre del 2009 fanno segnare una variazione positiva (+0,8 per cento) le quantità di prodotti alimentari acquistati dalle famiglie che) dopo il calo che si era verificato nell’anno precedente. Ad aumentare in questo primo scorcio dell’anno sono gli acquisti di praticamente tutti i prodotti alimentari di base, con performance particolarmente positiva – sottolinea la Coldiretti – per le quantità di frutta (+4,73 per cento) dopo il trend di progressiva riduzione in corso da anni.
Andamento positivo – A favorire l’andamento generale ha contribuito l’andamento dei prezzi al consumo che – precisa la Coldiretti – sono comunque aumentati in media del 2,7 per cento nel corso del trimestre. Un valore insostenibile rispetto al crollo dell’11,4 per cento rispetto allo scorso anno che si è verificato a marzo per i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione e che dimostra che le tendenze registrate in campagna non si sono trasferite al consumo dove – denuncia la Coldiretti – i prezzi per l’alimentare continuano ad aumentare. Un esempio per tutti è quello degli scandalosi andamenti al consumo della pasta che registra un aumento del 11 per cento nonostante si sia verificato un dimezzamento delle quotazioni del grano, sul quale hanno indagato l’Antitrust e Mister prezzi.
Troppi passaggi – L’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo – sottolinea la Coldiretti – conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori. Il crollo delle quotazioni in campagna si registra – sottolinea la Coldiretti – sia per le produzioni vegetali (-15,8 per cento) che per quelle derivate dall’allevamento (- 5,2 per cento) ma il record della riduzione si è verificato – precisa la Coldiretti – per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 46,4 per cento rispetto allo scorso anno a marzo. Un forte calo delle quotazioni alla produzione – continua la Coldiretti – si è registrato anche per vini e oli di oliva che, su base annua, hanno fatto segnare in campagna drammatiche riduzioni, rispettivamente, del 26,2 per cento e del 24,6 per cento. Una flessione rilevante tra i prodotti di allevamento è accusata dal latte (- 11,1 per cento) e dai suini (- 9,4 per cento).
Forbice – L’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo – sostiene la Coldiretti – conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori. I prezzi – continua la Coldiretti – aumentano quindi in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e esistono dunque ampi margini da recuperare, con piu’ efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. E’ necessario quindi riorganizzare le filiere agroalimentari con un forte investimento su consorzi agrari e sulle cooperative che sono il perno sul quale ruota il progetto della Coldiretti per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori.