Costi produttivi troppo alti e scarse azioni mirate a favorire sviluppo e competitività. L’agricoltura italiana torna a registrare un periodo nero dopo un anno di crescita, seppur lieve. L’agricoltura torna a vedere grigio e si prospetta di nuovo il rischio recessione. E’ quanto evidenzia la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alle stime preliminari rese note oggi dall’Istat sul Prodotto interno lordo (Pil) nei primi tre mesi del 2009.
L’allarme – Il valore aggiunto del settore ha, infatti, registrato nel primo trimestre di quest’anno il segno negativo che, pur non ancora quantificato, rappresenta un ulteriore campanello d’allarme che mette in evidenza tutte le difficoltà e i problemi che oggi sono costretti ad affrontare i produttori agricoli italiani sempre più stretti dai costi produttivi, dai gravosi oneri contributivi e dalla mancanza di una politica realmente efficace e concreta. Praticamente, il trend dell’agricoltura -aggiunge la Cia- è in linea con il rallentamento generalizzato e pesante dell’economia nazionale, anche se i problemi del settore, come più volte denunciato, rischiano di aggravarsi ulteriormente se non si interviene in maniera realmente efficace e tempestiva.
Una Conferenza in tempi rapidi – Questa inversione di tendenza blocca così -avverte la Cia- una ripresa che, pur tra molte nubi, aveva lasciato trasparire un cauto ottimismo. L’agricoltura italiana mostra, quindi, ancora evidenti segni di affanno. Un panorama in chiaro-scuro che ha bisogno di una scossa, di una politica nuova di svolta. Gli agricoltori vivono, del resto, una crisi strutturale e una competitività in costante frenata. Per tale motivo -conclude la Cia- c’è l’esigenza di promuovere azioni condivise per un nuovo progetto che passa inevitabilmente pere la Conferenza nazionale sull’agricoltura che va svolta in tempi rapidi.