Problemi ambientali e miglioramento della qualità e la commercializzazione dei prodotti agricoli. Su questi punti che riguardano la Politica agraria comune (Pac, art. 68) la Cia Toscana non condivide la proposta avanzata dal ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia. "Se non verrà modificata – sottolinea Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana -, è preferibile non disperdere risorse e procedere alla restituzione degli importi degli aiuti, precedentemente trattenuti agli agricoltori. Si rischia di perdere un’occasione importante per fare scelte strategiche per il futuro dell’agricoltura, per rilanciare lo sviluppo e la competitività delle imprese agricole".
Poca concertazione – La Cia denuncia e segnala il grave ritardo con cui si è avviata la discussione sulle decisioni Ue e la mancanza di un’effettiva concertazione tra lo stesso ministro e le organizzazioni agricole. L’articolo 68 della Pac rappresenta uno strumento che permette agli stati membri di affrontare problemi di carattere ambientale e migliorare la qualità e la commercializzazione dei prodotti agricoli. Strumento che consente, dunque, una maggiore autonomia ed una più ampia flessibilità rispetto al passato.
Ipotesi da rivedere – E’ noto il giudizio negativo della Cia sull’applicazione in Italia del “vecchio articolo 69”: "Scarsa selettività delle azioni – aggiunge Pascucci -, approccio ragionieristico nella distribuzione delle risorse, aggravio burocratico per gli agricoltori. Per questa ragione la Cia ribadisce che gli obiettivi prioritari da perseguire nelle scelte relative all’art. 68 devono essere indirizzati al sostegno e alla valorizzazione della qualità nelle sue varie articolazioni, ad incentivare l’organizzazione e la concentrazione del prodotto, al rafforzamento delle logiche di filiera. Ciò comporta una forte selezione nelle scelte ed un’adeguata concentrazione delle risorse per renderle efficaci. Tuttavia, non sembra, ad oggi, che le indicazioni del ministro vadano in questa direzione". La Cia Toscana chiede, quindi, al ministro Zaia di rivedere le ipotesi prospettate ed aprire un vero confronto con le organizzazioni agricole, a cui partecipino anche le Regioni, per formulare una proposta condivisa e coerente.
Scelte – Riteniamo che siano sbagliate le scelte del Governo – prosegue Alessandro Del Carlo, della presidenza della Cia Toscana -, a partire dal mancato finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, all’esiguo stanziamento del sostegno agli allevatori che hanno rispettato le regole delle quote latte, solo per citare alcuni esempi. Sull’ articolo 68 non si prevedono interventi per il settore olivicolo, sono insignificanti le proposte per il settore ovino, incomprensibile ed assurda l’esclusione delle aree del Centro Italia per il grano duro. Per quanto riguarda le assicurazioni non è accettabile l’idea che siano, di fatto, totalmente autofinanziate dagli agricoltori". A parere della Cia regionale, infatti, queste misure si dovrebbero configurare come aggiuntive e non sostitutive dell’intervento pubblico nazionale, come è stato finora.