Parco artistico, naturale e culturale, il viaggio in Val d’Orcia rappresenta l’esperienza e la conoscenza dell’interazione tra paesaggio e civiltà. Con gli ingredienti autentici che hanno permesso la conservazione e lo sviluppo sostenibile di questa lingua di Toscana, la Val d’Orcia offre un perfetto connubio tra cultura e turistico. Il territorio e i panorami mozzafiato, in estate si uniscono ai suoni del Festival della Val d’Orcia e ai profumi dei vini e dei sapori delle eccellenze locali.
5 comuni – “Le sue fondamenta erano come le fondamenta del mondo” scriveva Edward Hutton del Monte Amiata, confine meridionale della Val d’Orcia, che comprende i cinque comuni di Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza , Radicofani e San Quirico d’Orcia. Il passaggio nei cinque territori patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco nel 2004, parte sabato 13 giugno con il concerto di Francesco Guccini a Montalcino.
La città di Papa Pio II – Pienza,con le sue cento mila presenze turistiche all’anno, è la roccaforte dell’omonimo pecorino, prodotto e lavorato sul territorio. La visita all’azienda Fattoria Buca Nuova è un passaggio obbligato per gli amanti del formaggio, che in questo pecorino di Pienza scoprono i profumi dei prati dalle erbe aromatiche. Intrigante sin dal profumo, è anche il Capitoni Doc (338 – 8981597 capitoni.marco@libero.it), importante etichetta di Orcia Doc prodotta da Marco Capitoni, viticoltore e al tempo stesso agronomo di una masseria pientina risalente al 1600. Per dormire a Pienza l’Hotel San Gregorio in pieno centro e il Ristorante La Piazzetta, offrono tutta la pace e la cordialità di questo paesaggio. Prima di lasciare Pienza è necessario farsi scudo della malinconia gastronomica con i prodotti locali di Remo Monaci, olio extra vergine d’oliva pientina, vini e pecorini.
La città del Barbarossa – L’etrusco San Quirico d’Orcia, perla che comprende nel suo territorio la famosa Bagno Vignoni, è città del Barbarossa e della buona cucina, con la Trattoria Osenna (0577 897541). Il ristorante prende il nome da un corso d’acqua che nel XI secolo percorreva in questo tratto, la via Romea. La Val d’Orcia è anche terra del bovino da carne di razza Chianina, che in queste terre continua ad essere allevato come mille anni fa. Per chi vuole compiere un itinerario del gusto, non può che arrivare nella città del Palio, alle porte di piazza del Campo, dove il Casato Enoristorante può essere l’ultima opera d’arte composta da cibi di altissima qualità e dalle mani geniali dello chef Cornelio. Finisce così un viaggio nel cuore dell’essenza del buon governo della mente e della pancia, tra le icone del Rinascimento.