Aumenta il prezzo delle materie prime in Italia. Lo rivela il rapporto periodico elaborato dall’Area Research del Gruppo Montepaschi che analizza l’andamento delle principali borse merci italiane tra cui Firenze, Prato, Biella, Padova, secondo cui l’indice Sintetico Borse Merci (ISB) segnala, nell’ultimo mese, una crescita dell’1.8% del prezzo delle materie prime trattate nelle principali piazze italiane.
I dati – In particolare, è l’ISB Combustibili che cresce del 3.6% a seguito dell’aumento della benzina (+5.4%); l’ISB Agricoltura è stabile ma all’interno dell’indice alla crescita dei prezzi dei cereali – il mais segna +10.1%, il frumento duro +7.5%, frumento tenero +5.6%, riso +3.2% – si contrappone il calo dei prezzi delle carni suine (-7.1%) e dei polli (-2.4%); stabili i prezzi dei vini con l’eccezione del Prosecco in crescita; per sostenere i prezzi dell’olio, in calo del 25-30% nell’ultimo anno non solo in Italia ma anche in Spagna e Grecia, la Commissione Europea ha indetto una gara per consentire l’ammasso privato. L’ISB Tessile è cresciuto di 1.5% a causa dell’aumento dei prezzi registrati alla borsa merci di Biella (+5.0%) dove aumentano in egual misura la lana proveniente dall’Australia e quella della Nuova Zelanda (rispettivamente +5.0% e +5.1%). Ad aprile i prezzi alla produzione sono continuati a scendere (-4.6% a/a e -0.4% m/m) e nei prossimi mesi, malgrado gli incrementi dei prezzi delle materie prime, non ci si attende un’inversione del trend. Infatti, i dati di maggio, giugno e luglio 2008 mostrano effetti confronto positivi (+1.3% m/m, +1% m/m, +1% m/m) e di identità tale da più che bilanciare i recenti rialzi dei prezzi delle materie prime.
La situazione mondiale – A livello mondiale, i prezzi delle commodity si sono mossi al rialzo seguendo principalmente l’andamento delle borse azionarie e spinte dall’indebolimento del dollaro, anche le migliori aspettative sulla ripresa economica hanno favorito i rincari. Il prezzo del petrolio (+28.2%) è cresciuto favorito più da investitori – soprattutto speculatori – che dalla domanda che permane debole nonostante qualche dato migliore delle attese, gli analisti hanno rivisto al rialzo le stime sul prezzo a fine anno; per i metalli, i rincari sono ancora guidati dalle importazioni cinesi: rame +12.0%, nickel +18.6%, zinco +5.2%; la domanda per investimenti ha invece spinto il platino (+10.9%). Tra i prodotti agricoli si segnala la crescita del prezzo del cacao (+12.8%) a causa della minore produzione, mentre tra i cereali, l’aumento del costo della soia (+7.5%) è sostenuta dal forte export statunitense; anche la gomma naturale potrebbe segnare rincari nei prossimi mesi.
Previsioni – Riguardo le prospettive, il Baltic Dry Index che misura il costo dei noli marittimi per il trasporto di merci secche (come cereali, metalli, carbone) lungo 26 rotte commerciali e che è considerato un buon anticipatore del prezzo delle materie prime e di conseguenza anche del ciclo economico ha segnato +47.9% nell’ultimo mese.Gli ETF legati alle materie hanno segnato nello stesso periodo una performance media di 1.6%.
Rosanna Paliotta