XII Congresso nazionale Conaf, focus sulla professione

Dopo sei anni dall’ultimo congresso, i dottori agronomi e forestali tornano a discutere sul futuro della loro professione, tra globalizzazione e identità. Un modo anche per festeggiare gli 80 anni dalla istituzione del Consiglio Nazionale. Proprio il Conaf (Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), infatti, ha convocato a Reggio Calabria, dall’8 all’10 luglio, il XII congresso nazionale per discutere di una professione profondamente evoluta negli ultimi anni. 21mila sono gli iscritti all’Ordine, di cui oltre 17mila sono dottori agronomi e poco meno di tremila sono i dottori forestali. In netta prevalenza gli uomini (quasi 17mila) rispetto alle donne che sono appena 3.765.

Focus sulla professione – “Vogliamo discutere di una professione – ha detto il presidente Conaf, Andrea Sisti  – che negli anni ha aumentato il proprio ruolo nei confronti dei consumatori, dell’ambiente e del territorio e, più in generale, della società. Oggi, gli agronomi si occupano di certificazione degli alimenti, di pianificazione ambientale e di salute pubblica. Tanti e delicati ruoli che meritano un formazione e un riconoscimento adeguati ai tempi”.

Investire sulla formazione – “L’istruzione universitaria – ha sottolineato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, in un intervento su www.conaf.it in occasione del Congresso reggino – riveste un ruolo fondamentale nella formazione dei futuri dottori agronomi e forestali. E l’agricoltura ha bisogno di giovani preparati, pronti ad affrontare le sfide del mercato. Per questo nel primo anno di lavoro al dicastero ho destinato parte dei fondi destinati alla ricerca (4,5 mln di euro) per finanziare strumenti di formazione per giovani studenti e ricercatori in Italia e all’estero. Con i dottori agronomi e forestali vogliamo rinnovare la necessità di una sempre più stretta collaborazione”.

Ruolo cruciale per gli agronomi – “Crisi energetiche e problemi ambientali, carenze d’acqua e cambiamenti climatici – ha affermato Stefano Poeta, presidente della Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Calabria (1250 iscritti) – devono rappresentare una priorità per la politica nazionale e locale. Da una parte i Paesi emergenti stanno diventando temibili concorrenti per le produzioni mediterranee, dall’altra i nostri terreni agricoli e forestali rischiano una urbanizzazione incontrollata. In questo quadro il ruolo della nostra professione è sempre più fondamentale, le nostri funzioni dovranno essere ampliate in virtù di questa missione civile”

La prima giornata del Congresso – I lavori prevedono la discussione di quattro tesi congressuali dedicate alla formazione tra università e professione, sicurezza e qualità alimentare, credito alle imprese, identità del paesaggio. Inoltre, è in programma (giovedì 9 luglio) una tavola rotonda dal titolo “Paesaggio, prodotti agroalimentari di qualità, turismo. Un progetto per il Paese”. Previsti, tra gli altri, gli interventi del sottosegretario alle Politiche agricole, Antonio Buonfiglio, del direttore generale dello sviluppo rurale del Mipaaf Giuseppe Blasi, Mauro Agnoletti del dipartimento di Scienze e tecnologie ambientali della facoltà di agraria di Firenze, il nutrizionista Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell’alimentazione dell’università La Sapienza di Roma, Pietro Santo Molinaro, il presidente nazionale Turismo Verde Walter Trivellizzi, il consigliere di presidenza di Federturismo Confindustria Maria Carmela Colaiacovo, il segretario di Slow Food Italia Silvio Barbero, il direttore di Symbola Domenico Sturabotti, il presidente Inu (Istituto nazionale urbanistica) Calabria Francesco Rossi, e il presidente di Città del vino Valentino Valentini.

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