Concluse le indagini della Guardia di Finanza di Siena sulla vicenda del Brunello di Montalcino prodotto non in conformita’ con indicazioni del disciplinare che i produttori riuniti nel consorzio del Brunello si erano dati. Cioe’ che il famoso vino doveva essere prodotto con il 100% di sangiovese e non con l’aggiunta di vino di altri vitigni. In particolare e’ risultato che quantitativi ingenti delle annate 2003 e 2007 sono stati tagliati e ammorbiditi con uve e vini differenti dal sangiovese. In base agli accertamenti fatti il direttore del consorzio e due ispettori del comitato di certificazione hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata a frode in commercio e al falso ideologico. Sette inoltre le imprese coinvolte, i cui responsabili, in totale 13, hanno chiesto il patteggiamento o hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini per i reati di frode in commercio e falso in atti, commessi in qualche in associazione. Una persona inoltre e’ stata denunciata per false informazioni al pubblico ministero Mario Formisano che ha coordinato l’inchiesta. Top secret invece sui nomi delle aziende coinvolte.
Il colonnello GdF – "L’aspetto piu’ delicato e carente di tutta questa storia – ha sottolineato il comandante della Guardia di Finanza di Siena colonnello Giovanni Padula- e’ la catena dei controlli interni. Si rende trasparente la responsabilita’ dei mancati controlli. Ci sono responsabilita’ penali di chi li doveva fare".
Dal 2007 – Le indagini sulla vicenda sono iniziate nel settembre del 2007 partendo da documenti acquisti al consorzio del Brunello che attestavano controlli finalizzati a stabilire la base del vino e la resa unitaria di uva per ettaro di vigneto. E che appunto hanno potuto stabilire che vi si coltivavano vitigni non riconosciuti per la produzione del famoso vino. Coinvolti nelle indagini i piu’ importanti produttori della zona di produzione del Brunello e del Rosso di Montalcino e sequestrati 6,7 milioni di litri di vino di cui il 20% sono stati declassati a Indicazione geografica tipica Toscana Rosso. Inoltre sono stati sequestrati anche altri vini doc come Rosso di Montalcino doc, Chianti Classico Docg, e Igt Toscana Rosso per un totale di 1,7 milioni di litri di cui oltre il 40% declassati a denominazione di minor pregio e 100 mila litri sono stati direttamente inviati alla distillazione. Inoltre sono stati sequestrati 400 ettari nei quali erano coltivati vitigni non riconosciuti dal disciplinare di produzione. Ne sono stati restituiti 350 dopo che i vigneti sono stati regolarizzati. 50 ettari sono in attesa di regolarizzazione.