Il 2008 e’ stato un anno positivo per l’agricoltura toscana, che ha fatto registrare un +4,9% della produzione lorda vendibile a prezzi costanti (8,2% in termini nominali, e pari a circa 2.580 milioni di euro). Le previsioni per il 2009 sono pero’ all’insegna del pessimismo. Il quadro emerge dal rapporto Irpet-Arsia sul settore agricolo, secondo cui il calo del volume della produzione nell’industria alimentare e’ stato piu’ contenuto rispetto agli altri comparti industriali.
I dati – Le previsioni per il 2009 di rallentamento di tutte le componenti della domanda avranno ripercussioni anche nel settore agricolo e alimentare. Il peggioramento nel settore alimentare ha portato a una diminuzione della produzione del 7% nel primo trimestre 2009 (risultato migliore rispetto all’andamento critico del comparto manifatturiero che scende del 19%); nello stesso periodo, le ore concesse di Cassa Integrazione Ordinaria crescono del 60% e le attese degli operatori riguardo alla crescita del fatturato sono, sia nel comparto artigiano che in quello industriale, pessimistiche. Anche le esportazioni vinicole segnano, all’inizio di quest’anno, una caduta in termini di valore (-10,5%), mentre per l’olio e le paste alimentari la diminuzione e’ stata molto contenuta (-0,8% e – 2,6% rispettivamente). Un segno positivo si stima, invece, per le vendite all’estero di frutta e ortaggi (+3,3%).
Risultati che danno fiducia – “Il 2008 è stato buono per il comparto agroalimentare, proprio mentre si chiudeva come il primo anno della più grave crisi economica degli ultimi decenni. Un dato che dobbiamo considerare importante, perché ci consente di guardare al 2009, che non è iniziato bene neanche in questo settore, con le spalle forti di questo risultato”.Lo ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini. “Nel corso degli anni – ha aggiunto il presidente – la produttività del lavoro in agricoltura è stata, in Toscana, più elevata rispetto alla media italiana. Tuttavia, mentre intorno ai primi anni del decennio, il differenziale era piuttosto contenuto, negli ultimi anni è andato accentuandosi fino a divenire piuttosto marca to nel 2008: la produttività in Toscana è di circa 32.000 euro per anno contro i 23.000 dell’Italia. In Toscana, dunque, una maggiore esposizione al mercato ha spinto il sistema delle aziende a procedere verso una ristrutturazione che ha portato a una loro diminuzione e a un parallelo incremento delle dimensioni medie; condizione essenziale per avviare recuperi di efficienza aziendale. Quindi parliamo di un sistema che reagisce, che sta riprendendo un ruolo importante nell’economia regionale, capace di valorizzare le proprie produzioni, avendo puntato sulle strategie per la qualità”.
Le sfide del futuro – Ma è sulle criticità strutturali, secondo Martini, che occorre soprattutto intervenire, e proprio qui le sfide che la politica agricola e rurale deve affrontare sono molteplici: “Il sostegno pubblico all’agricoltura toscana, inteso come consolidato degli impegni di tutti i livelli di governo coinvolti, è stato n egli ultimi anni consistente, intorno agli 880 milioni di euro l’anno, circa il 40 per cento del valore della produzione e il 59 per cento del valore aggiunto. Oggi un primo aspetto da considerare è la quasi certa diminuzione tendenziale delle risorse per l’agricoltura che la politica economica europea metterà in atto nei prossimi anni. La graduale revisione della PAC (la politica agricola comunitaria) tenta di dare risposta a questo nodo orientando sempre più gli interventi verso l’incentivazione di comportamenti di maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti che fanno riferimento al settore, di maggiore confronto dei produttori con il mercato, di un sempre maggiore rafforzamento delle politiche di sviluppo rurale. La Regione – ha aggiunto il presidente – ha racchiuso il complesso piano di azioni per lo sviluppo rurale nel nuovo PSR, per coordinare al massimo gli sforzi e le risorse disponibili. In concreto, da qui al 2013 la Regione impegnerà per il settore circa 850 milioni, che saranno capaci di attivare oltre 1 miliardo e mezzo di euro. Ma anche l’introduzione del Piano agricolo regionale come unico strumento di pianificazione e attuazione degli interventi in agricoltura e per lo sviluppo rurale è un importante passo in avanti”.
Le richieste della Cia Toscana – “C’è una sofferenza costante nella gestione delle imprese agricole in Toscana. Rispetto al 2008 il settore agricolo ha retto rispetto ad altri comparti che sono crollati e hanno fatto registrare licenziamenti in massa – ha detto Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana commentando l’ XI Rapporto sull’Economia e le Politiche rurali della Toscana presentato oggi a Firenze, da Regione Toscana, Arsia e Irpet. “Bisogna considerare come si venga da otto anni in cui gli agricoltori hanno perso oltre il 20% del reddito.Troppo. La situazione non è più sostenibile. In questa situazione – secondo quanto è emerso dall’XI Rapporto Arsia-Irpet – si rendono ancora più urgenti alcuni provvedimenti che abbiamo più volte sollecitato. In particolare riteniamo urgente sbloccare e velocizzare l’erogazione dei finanziamenti previsti dal Piano di sviluppo rurale che va adeguato al momento di crisi, e erogare rapidamente i contributi agricoli “a premio” (PAC, misure agroambientali) e avviare rapidamente del Piano agricolo regionale e i progetti di filiera, in cui la Cia Toscana è disposta a dare il proprio contributo concreto di fatti e di proposte. Ciò contribuirebbe sicuramente a coprire con gli investimenti questo periodo di stagnazione e contrazione dei consumi. Si tratta di provvedimenti che, pur non aggiungendo un euro alla spesa pubblica, contribuirebbero alla tenuta del sistema economico regionale e alla riorganizzazione dell’apparato produttivo agricolo. La governance agricola deve migliorare la propria efficienza. In questa situazione non è più ammissibile assistere a ritardi nella pubblicazione delle graduatorie sui bandi del Psr. Fra i punti di forza che contribuiscono a tenere a galla il settore va sottolineata la spiccata diversificazione delle produzioni, che va ancor più sostenuta, e come ormai sia completamente acquisito il concetto di multifunzionalità da parte delle aziende toscane. Le attività secondarie che svolgono le aziende agricole (dall’agriturismo all’agricoltura sociale), infatti, pesano per oltre il 34 per cento del totale su scala nazionale. Sarà quindi importante governare questo elemento virtuoso con strumenti adeguati”.