“Reagire in maniera unitaria con la consapevolezza che si conclude una brutta vicenda che non è solo nostra, che ma ha investito il mondo con un vino che ne rappresenta il Made in Italy”. E’ questo il commento di Maurizio Buffi – ad agricultura.it (www.agricultura.it) – sulla vicenda Brunello, dopo fine delle indagini che hanno portato al declassamento del vino e ad ipotesi di reato. “Ho letto in questi giorni il comunicato della Guardia di Finanza che chiede le indagini sul Brunello di Montalcino con questi dati riferiti dall’anno 2003 all’anno 2007 – afferma a www.agricultura.it il primo cittadino della città del Brunello – : su 6,7 milioni di litri di Brunello sequestrati, 5,4 sono conformi; su 1,7 milioni di litri fra Rosso di Montalcino, Chianti Classico Docg e Igt Toscana, 940mila litri sono conformi; su 400mila ettari di vigneti sequestrati, 350 sono regolarizzati. Fin qui i dati ufficiali che porteranno ai rinvii a giudizio delle persone indicate e quant’altro sarà definito dall’autorità giudiziaria su cui riponiamo grande stima e fiducia”.
Sulle affermazioni del presidente del Consorzio, Cencioni – “Il presidente del Consorzio – prosegue Buffi – si sente giustamente sollevato per la chiusura dell’inchiesta la cui incertezza aveva creato problemi a tutti i produttori. In effetti abbiamo passato un anno e mezzo difficile e come se non avessimo raggiunto l’apice, si è aggiunta la crisi finanziaria internazionale. Come in ogni organismo incidentalmente debilitato si sono sviluppati numerosi virus che, aggredendo un tessuto economico esclusivamente retto da una economia agricola e turistica ha creato una pressione costante sul territorio”.
Pesante fardello – “Governare questi processi – dice Maurizio Buffi ad agricultura.it -, per un amministratore pubblico è un pesante fardello soprattutto quando c’è da mantenere da una parte alta la qualità e l’eccellenza di un prodotto e dall’altra il valore aggiunto di una località che, per fortuna è sempre ben conosciuta e credo anche rispettata per il contesto ambientale che, nonostante tutto, rappresenta all’interno del Patrimonio Unesco della Val d’Orcia. Abbiamo comunque cercato di farlo introducendo anche elementi di stimolo”.
Alla riscossa – “Oggi – aggiunge il sindaco ilcinese – viene chiesta una riscossa. Questa amministrazione ha bisogno di lavorare sulle cose da fare che interessano i cittadini e non sulle continue emergenze. In questo senso, per sentirsi sollevati abbiamo bisogno di ritrovare serenità in una civile convivenza dove ogni singolo interesse è funzionale alla collettività e va messo a disposizione di una crescita nella legalità, nell’equità e nel rispetto sociale”.
Io speriamo che me la cavo – “Occorre invertire una tendenza per renderci veramente protagonisti in maniera unitaria – prosegue il sindaco – e per riaffermare un valore che da fine anni ’70 in poi si è affermato su queste terre ed ha costruito sinergia per la nostra crescita e il nostro sviluppo creando reddito, posti di lavoro e buona integrazione sociale. C’è un lavoro da impostare da subito con grandi azioni congiunte e collaborazioni istituzionali e soprattutto abbandonando una sorta di autosufficienza ed arroganza che forse è stata la causa dei nostri mali. Quando celebrammo il “centenario” del Brunello fu celebrato per tutti. Oggi la crisi attanaglia un po’ tutti, non si può pensare che io speriamo che me la cavo”.
Vicenda non solo di Montalcino – “Sentirci sollevati, quindi, e reagire in maniera unitaria – conclude il sindaco Buffi ad agricultura.it – con la consapevolezza che si conclude una brutta vicenda che non è solo nostra, che non si è fermata ai confini del nostro Comune ma ha investito il mondo con un vino che ne rappresenta il “Made in Italy”. Ci sarà qualcuno che si porrà il problema per il danno all’immagine ed all’eccellenza arrecati a questo territorio e a questo prodotto? “