No alla restituzione del bonus-accisa utilizzato dalle aziende agricole della Toscana dal 2000 ad oggi. Lo sottolinea la Confederazione Italiana Agricoltori della Toscana, in seguito all’incontro che si è svolto in Regione Toscana, dove è stata ipotizzata la possibilità che le imprese agricole che hanno utilizzato gasolio agricolo agevolato per il riscaldamento delle serre, siano chiamate a restituire il bonus-accisa (aumentato degli interessi) del quale hanno beneficiato a partire dal Duemila.
La situazione – Le aziende agricole che utilizzano gasolio per il riscaldamento delle serre (prima solo quelle floricole, successivamente tutte le altre) beneficiano dell’azzeramento dell’accisa sul carburante destinato al riscaldamento. Per tutte le altre operazioni colturali il gasolio “agricolo” è gravato dell’accisa ridotta al 22%. In pratica, ad oggi, si tratta di un beneficio pari ad € 0,09 (nove centesimi/lt). “Nel mese di agosto – precisa Valentino Vannelli, vicepresidente Cia Toscana – gli uffici ministeriali hanno chiesto alle Regioni la produzione dei dati necessari a recuperare l’importo relativo a tale differenziale (€ 0,09/lt), a partire dal carburante assegnato dall’anno 2000. A livello nazionale, per il settore è stimata una maggiore spesa pari a 48 milioni di euro, più interessi. Si tratta di somme che dovrebbero pagare gli agricoltori, ed è una situazione inaccettabile, insostenibile e palesemente ingiusta, alla quale la Cia toscana oppone il suo fermo dissenso”.Dopo dieci anni, richiedere agli agricoltori che hanno beneficiato di questo “bonus” la restituzione delle somme pari al minor prezzo di gasolio – sottolinea la Cia Toscana -, senza che durante tutto questo periodo siano mai stati informati di tale possibilità, è inaccettabile e lede i loro diritti. L’agevolazione – aggiunge la Cia – è stata infatti disposta da leggi dello Stato, ed è tutt’ora vigente. A fronte di tale agevolazione il settore ha risposto con il progressivo inasprimento fiscale o con la riqualificazione degli stanziamenti della spesa agricola, e la copertura del mancato introito sul bilancio dello Stato è stata sempre onorata con provvedimenti legislativi.
Scongiurare il risarcimento – “Insomma – conclude Vannelli – chiunque pensi che le inefficienze di qualche ufficio o di qualche dicastero, ora come nel passato, possano essere sopportate e risarcite da chi ha sempre lavorato ed operato nella piena legalità, si sbaglia: gli agricoltori sono pronti a manifestare in qualunque modo per affermare la propria dignità e il diritto a continuare a produrre”. Cia Toscana sollecita la Regione Toscana ad avviare qualunque iniziativa, nei confronti del Governo e della Unione Europea, finalizzata a scongiurare il risarcimento di somme che, in qualche caso, non si limiterebbe ad aggiungere nuovi problemi ad una difficile crisi economica generale, particolarmente sentita nei comparti orto-floro-vivaistico, ma rischierebbe di compromettere la stessa sopravvivenza delle imprese con la conseguente perdita di posti di lavoro. Cia Toscana, quindi, si augura che l’azione del Ministro sia decisa e all’altezza della situazione.