Verificare sulla carne bovina in vendita l’etichetta di origine che ne indica la provenienza può aiutare a difendersi dall’acquisto di carne illegale importata dall’estero e macellata in strutture priva di autorizzazione o con precarie condizioni igieniche per essere rivenduta a commercianti in diverse regioni del paese. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’operazione della Guardia di Finanza di Sala Consilina, nel salernitano, ha scoperto una truffa ai danni dello Stato con reddito non dichiarato per circa 90 milioni di euro, 26 milioni di Irpeg sottratta, 17 milioni di Iva evasa e 78 milioni di base imponibile Irap omessa, nell’ambito del settore commercio di carne e di animali vivi.
Origine obbligatoria – L’etichetta di origine obbligatoria per la carne bovina introdotta in Italia dal 2001, dopo l’emergenza mucca pazza, è un elemento importante per garantire la rintracciabilità degli alimenti per combattere le frodi e per questo la Coldiretti ne chiede l’estensione a tutti gli alimenti, dal latte e suoi derivati, alla carne di maiale fino ai trasformati della frutta. L’operazione della Guardi di Finanza conferma – sottolinea la Coldiretti – la necessità di tenere alta la guardia contro le frodi a tavola, che mettono a rischio la salute dei cittadini e fanno concorrenza sleale alle imprese italiane che sono impegnate nel mantenere alti standard di qualità. Truffe, importazioni di falso Made in Italy e le speculazioni dal campo alla tavola sono – precisa la Coldiretti – i veri nemici dell’agroalimentare italiano che rappresentano un pericolo per le imprese ed i consumatori. Con la crisi – conclude la Coldiretti – aumentano i rischi di frodi e sofisticazioni, un crimine particolarmente odioso perché si fonda soprattutto sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti.