Nella suggestiva città di Urbino, la Strada del tartufo d’Italia e d’Europa, nell’ambito dell’iniziativa ‘Umanesimo e Rinascimento nell’Appennino Centrale – Federico da Montefeltro’, organizza per sabato 7 novembre un convivio rinascimentale a cura della studiosa Alessia Uccellini, elaborato dai discepoli di Escoffier della delegazione di Arezzo. Una nuova idea di sviluppo di un progetto finalizzato a focalizzare l’obiettivo di vivere e approfondire i territori del Patto dell’Appennino Centrale in un’ottica di sistema di eccellenze, ovvero uno dei suoi maggiori illustri personaggi, Federico da Montefeltro, il tartufo, i prodotti tipici del comprensorio, la natura tranquilla e suggestiva, le città e i borghi con i loro tesori nascosti, l’artigianato di qualità, le tradizioni e il folklore.
Luoghi magici – Sansepolcro, Gubbio, Città di Castello, Bagno di Romagna, Sarsina, Urbino, Sant’Angelo in Vado, sono alcuni dei suggestivi centri dove insiste la prima Strada del Tartufo d’ Italia e d’Europa. Luoghi magici circondati da una natura sublime, che graffia la fantasia del viaggiatore nella maestosità delle foreste che cingono celebri fiumi cantati da sommi poeti, sparsi tra valli e pendii, ville gentilizie, oratori, cappelle, agglomerati urbani e castelli, che invitano a vivere per il breve momento di una visita, i ritmi e i costumi di epoche passate. Sensazioni di un viaggio a ritroso nel tempo percorribile grazie a questa Strada, disegnata dal Patto Territoriale dell’Appennino Centrale, un’associazione a cavallo di quattro regioni: Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria, undici Comunità montane dell’Appennino Centrale di quattro province, Forlì Cesena, Arezzo, Perugia e Pesaro Urbino, che oltre a voler guidare il visitatore alla conoscenza del pregiato tubero e i luoghi dove ha origine, vuole essere un importante veicolo di promozione turistica per quei centri dell’Italia minore, che poi minore non è.
Strada del tartufo – “Da qui è nata l’idea di mettere in piedi ‘La Strada del Tartufo’, un percorso virtuoso che si snoda e si sviluppa lungo le vallate e le città dell’Appennino – dice Roberto Rossi, presidente del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale – un progetto di sviluppo che si pone l’obiettivo di vivere e approfondire i territori delle 11 Comunità Montane del Patto in un’ottica di sistema di eccellenze”.
Un’area vasta dove convivono gli aromi delle singole tipicità di tartufo e dove il percorso fisico della Strada diviene occasione di piacere e di scoperta, rispondendo alle ragioni di viaggio di chi è alla ricerca di itinerari insoliti e nuovi, ma soprattutto per chi ama l’arte e la storia di un territorio denso di testimonianze. Una Strada, quella del tartufo, percorribile in ogni tempo e in ogni stagione, perchè il tartufo nell’Appennino è di casa e si offre, generoso, tutto l’anno. Il “tuber magnatum pico” o tartufo bianco che matura già ad ottobre cede il passo a dicembre al nero pregiato e poi nel passaggio primaverile al nero d’inverno, al moscato e al bianchetto, mentre la stagione calda dell’Appennino è dominata dal tartufo estivo e dalla rarità del nero liscio, che arretrano in autunno con l’avvento dell’uncinato e del nero ordinario nel mese di dicembre.