“Il calo del valore aggiunto agricolo, che si contrappone ad una crescita, in termini congiunturali, di quelli dell’industria e dei servizi, conferma palesemente le gravi difficoltà del settore primario, sempre più alle prese con un calo produttivo, con una forte crescita dei costi e con un crollo dei prezzi praticati sui campi. Una situazione di piena emergenza che ci ha spinto ad una mobilitazione in tutto il territorio nazionale per reclamare misure immediate e straordinarie a sostegno delle imprese, molte delle quali, davanti al completo disinteresse del governo nei loro confronti, rischiano di cessare l’attività”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi commentando le stime preliminari dell’Istat sull’andamento del Prodotto interno lordo (Pil) nel terzo trimestre del 2009.
Flessione del valore aggiunto – “La crisi dell’agricoltura è ormai sotto gli occhi di tutti. E il governo non può continuare ad ignorare le difficoltà degli agricoltori. I dati dell’Istat -aggiunge Politi- lo dimostrano senza ombra di dubbio. Il valore aggiunto agricolo, secondo le nostre previsioni, dovrebbe registrare nel 2009 una drastica flessione del 5,2 per cento. Il che significa recessione per il settore primario. Problemi confermati anche dalle stime sull’annata agraria 2009 che vede una produzione in calo (meno 4 per cento), una caduta verticale del 13,4 per cento dei prezzi all’origine, un calo del 3,7 per cento degli investimenti, una contrazione tra l’1,5 e il 2 per cento dei redditi dei produttori, mentre i costi di produzione dovrebbero avere un’impennata pari all’8,5 per cento”.
Richiesta di interventi – “Tutto ciò è, purtroppo, la prova tangibile che -avverte il presidente della Cia- gli agricoltori vivono uno dei momenti più difficili degli ultimi trent’anni. Le imprese agricole mostrano, sotto il profilo strutturale, problemi complessi a recuperare margini di efficienza ed a produrre reddito da destinare ai consumi, all’innovazione ed agli investimenti. Pesano ed aggravano questo scenario, da un lato, l’aumento dei costi produttivi, contributivi e burocratici, la caduta verticale dei prezzi all’origine e dall’altro le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese che hanno investito in innovazione e qualità”
“Da qui nasce e si sviluppa la nostra mobilitazione. Migliaia di agricoltori in questi giorni stanno dando vita ad iniziative sull’intero territorio nazionale per reclamare -rileva Politi- un cambiamento di rotta, una svolta positiva per un’agricoltura che non può restare impantanata in una crisi complessa che rischia di gettare nel baratro tantissime imprese. C’è l’esigenza di un vero progetto di sviluppo, di immediati interventi, di politiche propulsive al fine di dare reali certezze e prospettive concrete ai produttori”.