In Italia sono presenti 90.000 ettari di territorio protetto, per 130 riserve gestite dal Corpo forestale dello Stato, che rappresentano un esempio di conservazione mirata al mantenimento della biodiversità dell’ambiente e alla sua salvaguardia. Le Riserve naturali statali sono luoghi sottratti all’impoverimento delle aggressioni per essere preservati e tutelati nella loro specificità e nell’interezza del patrimonio naturale che le caratterizza e rappresentano un vero e proprio "serbatoio di vita", scrigno di biodiversità di straordinario valore.
Valorizzazione – La conservazione e la salvaguardia del patrimonio scientifico-naturalistico costituito dai circa 90.000 ettari delle 130 Riserve naturali statali spetta al Corpo forestale dello Stato che le gestisce attraverso 28 Uffici territoriali per la biodiversità. Tra queste: riserve orientate, biogenetiche, zoologiche, di popolamento, antropologiche, di protezione, in funzione del tipo di tutela e valorizzazione adottato nella loro gestione. Fino alle esclusive riserve integrali, templi della natura dove ogni intervento umano è escluso e dove le piante nascono, crescono, invecchiano e muoiono ritornando terra, favorendo così nuovi cicli vitali in un perpetuarsi dinamico di morte e rinascita che arricchisce l’ambiente.
I numeri delle riserve – La struttura delle Riserve è un sistema in continua trasformazione ed evidenzia forza e "saggezza" dei meccanismi di evoluzione naturale degli ecosistemi forestali. Un patrimonio di biodiversità da tutelare come bene prezioso del nostro Paese. Le Riserve ospitano circa il 20% delle specie vegetali considerate a rischio di conservazione in Italia. Inoltre, dei 126 habitat d’interesse europeo presenti in Italia, ben 95 (il 75%) sono rappresentati proprio all’interno delle Riserve naturali statali. Qui sono presenti tutte le 18 specie di mammiferi che la Lista Rossa nazionale classifica a rischio di conservazione nell’Italia continentale, escludendo i pipistrelli e le specie marine. Tra queste specie di mammiferi alcune sono d’importanza prioritaria a livello europeo, come l’orso, il lupo, la lontra per i quali, da anni, il Corpo forestale dello Stato ha sviluppato alcuni programmi di conservazione. Per quanto riguarda, invece, gli uccelli, se ne contano qualcosa come 200 specie diverse. Alcune frequentano le zone umide per esigenze alimentari, altre per la nidificazione.
Particolarità – Le Riserve della Puglia, come Frattarolo, Salina di Margherita di Savoia, Lesina e Varano, nel loro insieme danno rifugio mediamente ogni anno a circa 75.000 uccelli acquatici. I laghi pontini del Circeo, nel Lazio, ospitano invece oltre 12.000 presenze annue, senza dimenticare la ricchezza di specie che caratterizza le Riserve dell’alto Adriatico. Per quanto riguarda le specie di uccelli nidificanti, su 88 classificate nelle varie categorie a rischio in Italia, ben 61 (il 69,3%) si riproducono all’interno delle Riserve. Un altro dato interessante è quello relativo allo studio e alla conservazione della biodiversità forestale. Sono tre i centri che si occupano della tutela e della valorizzazione della biodiversità sul campo e in laboratorio attraverso una serie di programmi specifici: Pieve Santo Stefano (Ar), Peri (Vr) e Bosco Fontana (Vr). In particolare i centri di
Pieve Santo Stefano e di Peri, specializzati nella conservazione del genoma forestale, contribuiscono alla salvaguardia di oltre 200 specie arboree ed arbustive presenti nei vari habitat del territorio nazionale. Nel solo centro di Bosco Fontana, invece, è stata accertata la presenza di oltre 2.500 specie di insetti.