“Dal cuore francescano del mondo, l’agricoltura italiana ha dato prova oggi della sua straordinaria generosità. Questi doni, che arrivano da ogni parte d’Italia, e che i frati francescani di Assisi distribuiranno agli indigenti, sono il segno di quanto generosa sappia essere la terra e coloro che la lavorano. Quello che sta per concludersi è stato un anno difficile per tutti, che abbiamo affrontato con impegno ottenendo risultati importanti. Questo gesto di solidarietà rende più autentico il Natale di tutti noi. Il nostro pensiero va però oggi innanzitutto alle famiglie che non sanno ancora quale destino avranno le loro case, a causa del terremoto che ha colpito oggi l’Umbria.” Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, che oggi ha acceso, per la prima volta ad Assisi, l’albero del “Natale dell’agricoltura italiana”, celebrato oggi sul piazzale antistante la Basilica Inferiore. L’abete è stato donato alla comunità francescana da Federforeste e addobbato per l’occasione dai mastri oleari umbri.
I frutti della terra – Sotto l’albero, sono stati raccolti i doni del mondo agricolo e agroalimentare italiano agli indigenti; doni arrivati da tutte le regioni italiane, attraverso i consorzi, raccolti grazie ad AICIG, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche e consegnati nelle mani del Custode del Sacro Convento dei francescani, Padre Giuseppe Piemontese, che ha aperto la cerimonia. Vicino all’albero, è stata allestita una Natività in legno, dono del Laboratorio Arte Sacra di Conrad Moroder, uno dei maggiori artisti della Val Gardena. Il presepe è stato scolpito a mano in legno di tiglio, decorato con colori a olio ed è composto da 15 statue alte ciascuna 50 centimetri. Dopo i saluti di Padre Piemontese e del sindaco di Assisi Claudio Ricci, con i canti dei 140 bambini del coro Allegre note a fare da sfondo, Padre Piemontese ha benedetto la natività e l’albero.
Radici – “Siamo immersi nella bellezza di uno dei luoghi storici della cristianità – ha detto ancora il Ministro Zaia –, un luogo dove oggi celebriamo anche la varietà e la qualità del patrimonio agroalimentare italiano, figlio della nostra agricoltura. Ed è da Assisi che l’agricoltura italiana deve ripartire per ritrovare le sue radici. Siamo convinti che in Italia esista, oggi, una vera e propria questione di ‘senso’, che riguarda anche la nostra agricoltura. I territori del nostro Paese hanno tratto le loro radici più profonde dall’agricoltura, che a sua volta le trae dalla cristianità. Questo ci ha tramandato san Francesco che, insieme ai suoi, ha respirato l’aria contadina vivendo a contatto con la natura e condividendo con la gente il lavoro nei campi. Chi meglio del Santo può diventare simbolo dei contadini e del loro sudore? Facciamo dunque di Assisi il luogo d’elezione di tutto il mondo agricolo. E insieme all’Albero accendiamo la speranza per la rinascita della nostra agricoltura, cui ciascuno di noi può contribuire consumando, a Natale e non solo, i prodotti buoni dei nostri territori”.