“La confusione che in questi giorni sta riguardando lo svolgimento del vertice mondiale sull’ambiente a Copenaghen è l’evidenza della mancanza di una strategia complessiva in grado di rilanciare il comparto agroalimentare. E’ in questo quadro che va considerata la proposta del Governo di incentivare la vendita dei prodotti agricoli in un raggio di 70 km, un nuovo tentativo di individuare misure tampone senza entrare nel merito della crisi dell’indotto agricolo italiano”. Con queste parole il presidente nazionale Confeuro Rocco Tiso commenta le discussioni che si stanno svolgendo a Copenaghen. Confeuro è critica sulla manovra che il Governo italiano sembra intenzionato a preparare con un Decreto Legge per incentivare la vendita dei prodotti alimentari in un raggio di 70 km dal luogo della loro produzione.
Il decreto – “Finanziare questa operazione significherebbe ancora una volta anteporre gli interessi degli agricoltori a quelli dei cittadini italiani, percorrendo per tanto la strada opposta alla necessaria, ovvero quella che vorrebbe i cittadini italiani identificarsi con l’agricoltura, contenitore delle tradizioni storiche e socio-culturali del bel paese. Le misure di cui il Governo dovrebbe farsi carico – aggiunge Tiso – dovrebbero essere mirate, non a creare minimarket locali, ma ad aprire i mercati agricoli nazionali ed internazionali. Solo la competitività, la salvaguardia della qualità dei prodotti agricoli e la comprensione che l’agricoltura è un pezzo della storia nazionale potranno permettere all’indotto agricolo italiano di ritornare al suo noto prestigio. Il provvedimento conosciuto come “vendita a km zero” – continua Tiso – è, da una parte un provvedimento dannoso poiché richiederebbe nuovi sforzi economici da parte dello Stato, e quindi dei cittadini, dall’altra inutile poiché incapace di affrontare il nodo vero che stringe al collo il settore agricolo italiano. Non esistono scorciatoie o piccole normative in grado di aiutare l’indotto agricolo a superare l’attuale fase recessiva. E’ necessario convocare un tavolo per l’agricoltura che riveda passaggio per passaggio il percorso che compone la filiera agricola integrale, favorendo sia i produttori sia i consumatori. Con questi provvedimenti – conclude Tiso – non si fa altro che sommare distorsioni a distorsioni, senza reale rilancio e sviluppo.