Wwf, Copenaghen perde la sfida al clima

“Il Consiglio Europeo ha perso una grande opportunità per fare passi in avanti sulla riduzione dei target di emissione e per essere di ispirazione ad un reale progresso nelle fasi finali cruciali delle trattative nel Summit di Copenaghen. Questo è estremamente deludente. La UE ha sempre detto di voler assumere un ruolo di leader nel dibattito sui cambiamenti globali ma l’annuncio dato nell’ultima sessione di Consiglio sembra dimostrare che è un ruolo che si sta sempre più ridimensionando, con conseguenze negative anche dal punto di vista politico.” Pareri duri quelli che si leggono in una nota stampa di Wwf Italia che sottolinea che “la scienza indica abbastanza chiaramente che i paesi sviluppati devono tagliare le emissioni di gas serra del 40% entro il 2020 al fine di contenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei 2 gradi di aumento medio della temperatura globale. La UE non ha innalzato il suo impegno nemmeno al 30%, sebbene questo obiettivo si possa raggiungere senza alcuno sforzo all’interno del proprio paese domestico”

Buchi neri e CO2 – Sembra anche che l’UE abbia anche fallito nel migliorare rispetto ai due grandi buchi neri che attualmente nascondo enormi quantità di emissioni. Rimangono, nel sistema – continua l’organizzazione For a living planet – le cosiddette quote ‘hot-air’,  ovvero il surplus di permessi di emissione a disposizioni di diversi paesi dell’Europa dell’est in seguito al crollo del sistema sovietico dopo il 1990 e i trucchi di contabilizzazione  associati alle emissioni per l’utilizzo dei terreni e la forestazione: se si continueranno a nascondere le emissioni sotto questi due grandi tappeti,  l’ambizione della UE verso qualunque target di riduzione diventa molto meno efficace di quello che può apparire.”
  

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