“È stato un anno cruciale per l’agricoltura italiana, un anno che ci ha visto impegnati su diversi fronti, in un contesto economico internazionale non facile, con gli agricoltori italiani ed europei costretti a confrontarsi con un forte squilibrio tra costi di produzione e prezzi e con la flessione dei consumi. Ma abbiamo raccolto la sfida. Ultimo, in ordine di tempo, quello che si può considerare a tutti gli effetti il nostro piano strategico per l’agricoltura: la Finanziaria. Grazie a un grosso lavoro negoziale, abbiamo portato a casa un risultato importante per il comparto agricolo, che sono sicuro servirà a liberare le energie necessarie per facilitare l’accesso al credito e garantire il futuro della nostra agricoltura”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, durante la conferenza stampa di fine anno presso il Ministero, in cui ha presentato il bilancio di attività del 2009.
Il 2009 – “Questo – ha detto il Ministro – è stato l’anno del primo G8 agricolo della storia, in cui è stata confermata la centralità del Governo italiano in ambito internazionale e abbiamo offerto una nuova prospettiva per risolvere il problema della fame nel mondo. Quest’anno abbiamo varato la legge sulle quote latte, una legge innovativa con cui siamo riusciti a riequilibrare una situazione che si trascinava da venticinque anni. È stato l’anno dei negoziati europei, e del consolidamento dell’asse italo-francese, capofila di quei Paesi che vogliono difendere la Pac come unico strumento per tutelare le agricolture dei territori d’Europa. Per questo abbiamo sostenuto la nomina del rumeno Dacian Ciolos a Commissario Ue all’Agricoltura, perché espressione di quella agricoltura identitaria nella quale ci riconosciamo e che solo la politica agricola comune può garantire. E sempre quest’anno, proprio qualche giorno fa, il Consiglio dei Ministri ha dato la prima approvazione al Codice agricolo, un provvedimento rivoluzionario che servirà a snellire le normative in materia agricola dando agli agricoltori una bussola preziosa per orientarsi. Ed è stato anche l’anno – ha detto ancora Zaia – in cui abbiamo concretizzato la norma comunitaria sull’obbligatorietà dell’etichettatura per l’olio d’oliva. Per noi, quella sull’etichettatura è la madre di tutte le battaglie. I cittadini hanno il diritto di conoscere la storia di ciò che mangiano, con quali materie prime viene prodotto. Per questo ad agosto abbiamo presentato il decreto sull’etichettatura del latte e dei prodotti lattiero-caseari, per tutelare i consumatori e difendere il nostro buon latte italiano. Ma è una strada che si può percorrere insieme all’industria e alla grande distribuzione, non c’è nessuna conflittualità. Ora puntiamo ad ottenere l’obbligo di etichettatura per tutti i prodotti alimentari, perché la nostra non è l’agricoltura dei grandi latifondi, ma è l’agricoltura dei territori, delle identità produttive.”
Obiettivi – “Non vogliamo tornare all’aratro trainato dai buoi, ma vogliamo che la tecnica sia al servizio dell’agricoltura, non che ne firmi la condanna a morte. Per questo, sempre NEL 2009, abbiamo rinnovato il decreto di sospensione dell’uso dei neonicotinoidi nella concia del mais. E infatti, le api sono tornate. E sono tornate a impollinare i nostri campi, anche quelli di mais. Per questo modello di agricoltura noi ci siamo battuti e continueremo a batterci. Ecco perché diciamo no agli Ogm. Ne ho parlato oggi anche con il Cardinale Camillo Ruini, a cui ho detto che abbiamo bisogno di una posizione più chiara della Chiesa. Come si può immaginare un chicco d’uva senza il seme? È dal seme che nasce la pianta, questo è agricoltura. Nell’Enciclica Caritas in Veritate, Benedetto XVI offre una riflessione approfondita sugli organismi geneticamente modificati. E siamo convinti che la Chiesa, su questo tema, sia dalla nostra stessa parte. Perché dove c’è un contadino, là c’è un crocifisso.” Il Ministro ha concluso la conferenza stampa ricordando la grandissima adesione delle radio e televisioni nazionali e locali all’iniziativa “Brindo italiano”, per invitare a usare vini spumanti italiani nei brindisi natalizi e di fine anno: “Si tratta di una chiamata generale a tutela del prodotto italiano, quel Made in Italy che è segno d’eccellenza dei nostri territori e della nostra agricoltura identitaria.”