Lunedì 11 gennaio a Berlino si aprirà ufficialmente l’anno internazionale per la Biodiversità voluto dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza delle molteplici funzioni cui assolve la biodiversità per assicurare la vita sulla Terra. “È necessario che nel discorso sulla tutela e la conservazione della biodiversità non si dimentichi il ruolo fondamentale che ha la biodiversità agraria nel garantire la salute e la sicurezza alimentare delle popolazioni”, ha dichiarato Emile Frison direttore generale di Bioversity International.
Wwf – Alle parole di Frison fanno eco quelle di Massimiliano Rocco responsabile Specie di Wwf Italia, che afferma che “attualmente sono a rischio un quarto dei mammiferi e un terzo degli anfibi conosciuti. Mentre un uccello su sette, è in pericolo. Ovvero: il 15% di tutte le specie censite. I paesi ricchi devono assumersi la responsabilità di aiutare i paesi in via di sviluppo a gestire l’ambiente in modo sostenibile”. La campagna globale di sensibilizzazione lanciata da Bioversity International prende vita grazie alla collaborazione con partner nazionali e internazionali che aderiscono per perseguire l’obiettivo di avvicinare sempre più persone al patrimonio di biodiversità presente in agricoltura e far scoprire al grande pubblico l’alto valore della biodiversità per la vita dell’uomo e per la tutela dell’ambiente.
Obiettivi –Non limitarsi a stilare una lista delle specie in pericolo, ma fare in modo che la ricerca in agricoltura tenga sempre presente le potenzialità delle diversità genetiche delle colture per contrastare il cambiamento climatico e assicurare raccolti più sicuri e migliori. È questo l’obiettivo di Bioversity International, maggiore organizzazione mondiale che si occupa di ricerca sull’uso e la conservazione della biodiversità agraria.
Scuole – In Italia saranno coinvolti nel progetto anche 700 alunni di 3 regioni: Lazio, Marche e Veneto. “Cibi e Parole dal Passato” è il nome del progetto attivo in tanti Paesi del mondo che vedrà confluire altrettante storie raccolte, magari dalla voce diretta dei nonni dei ragazzi, su come sono cambiate le abitudini alimentari e i cibi che troviamo in tavola negli ultimi cinquanta anni.