Aria buona, cibi sani e relax. In Italia impazza la moda dell’hobby farmer tra tutte le classi sociali . Lo rivela Nomisma, sulla base di un’indagine svolta in collaborazione con il mensile di agricoltura hobbistica “Vita in Campagna”.
I numeri – A spingere il pensionato, l’operaio o il professionista ad acquistare un pezzo di terra è per lo più il desiderio di consumare cibi più sani (62,5%) e praticare attività all’aria aperta, e non manca la voglia (25,1%) di risparmiare sui costi dei prodotti alimentari. Ai terreni gli “hobby farmers” dedicano in media 10 ore del loro tempo settimanale.
La terra contro la crisi – “Questo interesse per le attività agricole da parte di ’non addetti ai lavorì sta assumendo oggi particolare rilevanza – nota Nomisma – in un momento in cui la crisi economica porta molte persone a riscoprire le bontà e la convenienza dei prodotti del proprio orto e frutteto”. Le dimensioni medie dei terreni coltivati non sono marginali e si aggirano mediamente tra 0,6 (principalmente in capo a pensionati e operai) e 1,2 ettari di superficie (più frequentemente posseduti da liberi professionisti e dipendenti pubblici), spesso comprendenti anche parti a bosco. Più in dettaglio, circa un quarto degli intervistati possiede terreni di estensione superiore ad 1 ettaro. Si tratta essenzialmente di terreni in proprietà (oltre il 90%) localizzati per la maggior parte in collina e montagna (61,6%), cioè in aree maggiormente sensibili dal punto di vista del mantenimento e presidio territoriale; rispetto a questi ambiti la consapevolezza degli hobby farmers è massima: circa il 70% dichiara che le attività praticate contribuiscono al mantenimento/valorizzazione del paesaggio e il 58% in favore della tutela ambientale degli spazi rurali. La destinazione produttiva riguarda prevalentemente ortaggi (88,6%), frutta (65%), vite (34,3%) e olivo (32,3%) e, molto spesso, sono completate da processi di trasformazione per ottenere conserve vegetali (49,5%), olio (27,5%) e vino (23,7%). In qualche caso, poi (circa il 40%), vi sono anche piccole attività di allevamento (in particolare conigli). I prodotti ottenuti dall’attività di coltivazione e trasformazione sono destinati in via quasi esclusiva all’autoconsumo familiare (81,8%) o a regali ad amici e parenti (7,4%).