Il gelo non rovinerà la Festa della Donna. Questo lo scenario che si presenta a pochi giorni dall’8 marzo per le mimose che, seppur in ritardo di fioritura, lunedì saranno regalate a milioni di donne.
Mimose – Produzione in calo, prezzi in rialzo, ottima qualità. Le gelate delle scorse settimane hanno, infatti, causato il ritardo della fioritura delle fronde e un calo produttivo, provocando un’immissione sul mercato di circa il 30 per cento in meno di prodotto rispetto all’anno scorso. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori sulla base degli ultimi dati del Mercato dei Fiori di Sanremo, il più importante d’Italia e del Mediterraneo.
Qualità ottima, costi elevati – Il maltempo – sottolinea la Cia – ha colpito in maniera pesante la Riviera dei Fiori e in particolare l’entroterra, nella provincia di Imperia, dove è concentrato circa il 95 per cento della produzione nazionale di mimose. E così un terzo circa delle fronde non sarà raccolta. Malgrado ciò, la mimosa quest’anno viene considerata di ottima qualità, grazie anche alle temperature ora più miti e alla selezione attuata dai produttori. La situazione per gli agricoltori è, però, aggravata dalla forte crescita dei costi produttivi, contributivi e burocratici. In questo contesto, grandi difficoltà -avverte la Cia- vengono registrate dai serricoltori che con l’annullamento del “bonus-serra” (l’accisa zero per il gasolio) fanno i conti con un panorama tutt’altro che roseo. Sta di fatto che i redditi nel 2009 sono scesi del 25,3 per cento. I prezzi, tuttavia, proprio a causa dei danni subiti, hanno registrato – come segnala anche il Mercato dei Fiori di Sanremo- una crescita. Il prezzo pagato al produttore si aggira intorno ai 9 euro al chilogrammo, poco meno di 0,40 euro a stelo, mentre per le scatole le quotazioni oscillano tra i 30 e i 35 euro l’una. Un prezzo superiore a quello dello scorso anno, quando con una produzione “normale”, il prezzo della mimosa si aggirava tra i 5 e 7 euro al chilogrammo. Al consumo, quindi, dovrebbero aversi aumenti rispetto al 2009. In questi giorni saranno, comunque, circa 500 le tonnellate di mimosa -rileva la Cia- che saranno oggetto di contrattazione e movimentate sul mercato di Sanremo e nel suo comprensorio.
Una pianta che viene da lontano – La mimosa venne introdotta dal Sud America e dall’Australia in Europa all’inizio del 1800. La pianta -ricorda la Cia- si è adattata subito al clima temperato del nostro Paese, specialmente in regioni, appunto, come la Liguria, dove vi è la massima concentrazione nazionale della produzione. Produzione che è pari a oltre 125 milioni di steli. La mimosa -sostiene la Cia- divenne il simbolo della Festa della donna solo alla fine della seconda guerra mondiale. All’epoca si cercava un fiore che potesse contraddistinguere e simboleggiare la giornata delle donne. E furono proprio le donne italiane a trovare nelle palline morbide e accese, che costituiscono la profumata mimosa, il simbolo della loro festa. Inoltre, questi fiori hanno il gran vantaggio di fiorire proprio nel periodo dell’8 marzo e di non essere troppo costosi. La pianta di mimosa è un’Acacia dealbata, un arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che può raggiungere anche grandezze considerevoli, in particolare nella Colombia. Le foglie sono composte da tante foglioline poste perpendicolarmente alla nervatura principale. Alcune varietà non presentano le classiche foglie, ma hanno delle foglie trasformate, che sono come dei rametti appiattiti, chiamati filladi. Tra le specie più importanti, Tournaire e Gaulois, che fioriscono rispettivamente a gennaio e febbraio (è la mimosa dell’8 marzo), e Floribunda (fiorisce da ottobre a aprile).