MATERA – Il paesaggio ha un valore economico tangibile, tanto più se produce eccellenze agroalimentari. Viceversa, all’aumentare della superficie occupata il valore del paesaggio diminuisce.
E’ in estrema sintesi quanto è emerso a Matera in occasione del convegno “Il binomio paesaggio-prodotti tipici nel governo del territorio”, organizzato dal Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf) all’interno della VI RUN – Rassegna Urbanistica Nazionale.
Italia rurale
“Il paesaggio – afferma Rosanna Zari, vicepresidente Conaf – è un valore aggiunto indubbio per contrastare la crisi economica e l’avanzare della globalizzazione. Bisogna però considerarlo come elemento dinamico e antropotizzato, deve essere valorizzato e merita attenzione anche per il valore economico che riesce a dare alle produzioni agroalimentare di qualità”.
Secondo un’indagine dell’Università di Padova, ad esempio, è stato calcolato che un edificio rustico nei Colli Euganei vale il 16% in più rispetto ad un equivalente edificio in pianura con insediamenti; mentre nelle vicinanze di un fiume in Veneto vale il 43 per cento in più. “Il primo motivo è estetico-istintivo – spiega Tiziano Tempesta, del Dipartimento territorio e sistemi agroforestali dell’Università di Padova – perché ognuno ha innata, nel proprio patrimonio genetico, la preferenza per gli ambienti naturali. Il secondo motivo è che siamo attratti dai paesaggi che evocano segni identitari e contengono valori culturali e simbolici. Insomma, l’uomo sta bene nel paesaggio e lo coinvolge a livello personale”.
Ed anche un vino – sempre secondo la ricerca – può risultare migliore in fase degustazione se presentato come proveniente da un paesaggio rurale suggestivo.
“La ricaduta economica di un paesaggio ben amministrato – aggiunge Tempesta – è significativa sia per il valore degli immobili presenti, sia per il prodotto interno lordo del territorio, sia per la qualità della vita degli abitanti”. Semmai sono gli incentivi pubblici (come i fondi del Piano di sviluppo rurale) che possono essere indirizzati in altro modo: “Un errore molto frequente – conclude Tempesta – è che non venga fatta attenzione alla domanda: cosa interesse alla gente? Perché quello che non interessa non ha valore. Bisogna partire dalla domanda nel momento in cui si fanno investimenti che altrimenti durano solo il tempo di un finanziamento. Ed il paesaggio è una delle attenzioni maggiori che il cittadino riconosce”.
Valore del territorio
Il vino su tutti, è un simbolo del valore economico dell’Italia rurale: “Ogni euro speso in cantina – conferma Bianca Torquati, del Dipartimento di scienze economico-estimative e degli alimenti della Facoltà di Agraria di Perugia – genera una ricaduta economica di 4 euro sul territorio stesso. Ma ancora in fase di investimenti, l’87% delle aziende affermano di non essere interessate al paesaggio, anche se lo ritengono elemento importante per l’attività”.
“Solo un oculato governo delle singole componenti ambientali e antropiche all’interno di una pianificazione del territorio – sottolinea Mattia Busti, consigliere Conaf – Dipartimento paesaggio e pianificazione territoriale -, può conseguire l’obiettivo di conservare e valorizzare il paesaggio, mentre azioni disgiunte sui singoli elementi non può risultare pienamente efficace”.