“Continua il lavoro di tutela del patrimonio agroalimentare di qualità italiano: la Commissione Europea ha iscritto nel registro delle DOP e IGP i “Ricciarelli di Siena” e la “Patata di Bologna”. A breve, inoltre, anche il Marrone della Valle di Susa verrà inserito nell’elenco delle indicazioni geografiche tutelate. Si tratta di ulteriori valori aggiunti al nostro già ricco Made in Italy, una garanzia di eccellenza per i consumatori e, per i produttori, l’occasione per tutelare la loro tradizione produttiva”. Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato il riconoscimento IGP ai “Ricciarelli di Siena” e DOP alla “Patata di Bologna”.
Ricciarelli – Nati come dolci tipici ed insostituibili delle ricorrenze natalizie, i Ricciarelli di Siena hanno esteso il loro consumo anche agli altri mesi dell’anno, soprattutto per effetto della forte affluenza nel territorio di visitatori e turisti di ogni parte del mondo. Fin dall’antichità Siena si è caratterizzata per una forte presenza dell’artigianato dolciario, retaggio del ruolo importante svolto nei secoli dalle locali spezierie che, sorte nel Medioevo, sono state le depositarie della produzione tipica del territorio.
La patata di Bologna – Presenta tradizionalmente un contenuto medio di sostanza secca e una buona consistenza della polpa, elementi che la rendono particolarmente adatta ad essere utilizzata in molteplici modi in cucina. Il gusto tipico ma non troppo pronunciato e la sua buona conservabilità ne fanno ancora oggi il riferimento ottimale per il mercato. La DOP si lega da sempre alla zona di produzione, come confermano le peculiarità qualitative della Patata di Bologna (odore, gusto, intensità del colore della polpa e della buccia), determinate, oltre che dalla genetica, anche dall’ambiente di coltivazione (suolo, clima, tecnica colturale, tipologia di conservazione) tipico della provincia di Bologna.
Altri prodotti – È stata inoltre pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea di oggi la domanda di riconoscimento come IGP del “Marrone della Valle di Susa”. È dunque iniziata la procedura comunitaria che prevede sei mesi di tempo per permettere agli altri Stati Membri di presentare domanda di opposizione alla richiesta di IGP. Trascorso questo periodo il Marrone della Valle di Susa verrà iscritto nel registro ufficiale europeo delle DOP e IGP. Il Marrone della Valle di Susa si caratterizza per il colore e la croccantezza della polpa, per il sapore dolce e profumato e per la pezzatura medio grossa: elementi che hanno reso il Marrone della Valle di Susa molto apprezzato sul mercato interno ed estero. Fin dal 1200 si hanno notizie della coltivazione dei castagneti da frutto. Merita di essere ricordato il «Castagneretum di Templeris», situato tra i comuni di Villarfocchiardo e San Giorio di Susa, appartenente all’ordine dei Templari, ove ancora oggi vi sono le più antiche ceppaie.
No al registro Ogm – Al Palazzo dell’agricoltura dalla Commissione Sementi Geneticamente Modificate sono state prese anche altre importanti decisioni alle quali hanno parteipato oltre al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero della Salute, le Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto. “La decisione presa oggi dalla Commissione Sementi di negare l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais OGM, appare particolarmente significativa perché presa all’unanimità da tutti i membri della Commissione. Sia i rappresentanti delle Regioni che quelli dei tre Ministeri che compongono la Commissione si sono espressi per il principio di cautela che ha finora caratterizzato la politica agricola del Paese su questo delicato tema.” Così il Ministro Luca Zaia annuncia la decisione presa oggi e aggiunge “constato con soddisfazione che la posizione che in questi anni ha condiviso la stragrande maggioranza dei cittadini e dei contadini del nostro Paese, ha trovato, anche nelle diverse istituzioni rappresentate nella Commissione, una comunione di intenti che rassicura ulteriormente tutti i consumatori italiani. Già domani – ha concluso Zaia – firmerò il relativo decreto che manderò ai Ministri della Salute e dell’Ambiente”.
Slow Food – Accolta con favore la decisione, presa all’unanimità, della Commissione Sementi, istituita presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di negare l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais ogm, presentata dall’agricoltore friulano Silvano Dalla Libera. Il pronunciamento si è reso necessario a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del 19 gennaio, che obbligava il Ministero dell’Agricoltura a istruire la pratica. Soddisfatto Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, che commenta: "la Commissione ha agito responsabilmente con questa decisione avendo a cuore le istanze dell’agricoltura italiana e dei consumatori. La buona notizia ha maggiore rilevanza perché la decisione è frutto di un accordo unanime preso seguendo l’iter procedurale naturale, senza ricorso a procedimenti d’urgenza che qualcuno certamente avrebbe tentato di bollare come ideologici".
Prossimi appuntamenti – Domani il Ministro Zaia firmerà il decreto che sarà subito inviato ai Ministri della Salute e dell’Ambiente.La Commissione Sementi Geneticamente Modificate è composta dai
rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero dell’Ambiente , il Ministero della Salute, le Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia,Toscana e Veneto.