Nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi viene servita su quasi una tavola su tre carne di agnello in occasione delle festivita’ di Pasqua che 6 italiani su dieci trascorrono con pranzi in famiglia per una spesa media stimata in circa 25 euro a persona. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che proprio in occasione di questa festivita’ si acquista la maggior parte dei 1,5 chili di carne di agnello che sono in media consumati in un anno da ogni italiano.
I prezzi – ”Per quanto riguarda i prezzi, quelli riconosciuti agli allevatori italiani si sono mantenuti sugli stessi livelli dello scorso anno, in media sui 4 euro al chilo e non ci sono dunque – sottolinea Coldiretti – motivi per eventuali rincari dei prezzi al consumo, che si aggirano, invece, tra i 10 ed i 15 euro al chilo”. Una delle tendenze del mercato per la Pasqua 2010 e’ proprio quella di preferire agnello allevato sul territorio, da quello a denominazione di origine (come l’Agnello di Sardegna Igp o l’Abbacchio Romano Igp) a quello garantito da marchi di provenienza territoriale (come l’Agnello della Marca). Da qui il consiglio della Coldiretti di rivolgersi quando possibile direttamente al pastore, anche nei mercati degli agricoltori di campagna amica, o di acquistare carne certificata. Tuttavia la meta’ della carne di agnello in vendita durante il periodo pasquale rischia di essere importata, soprattutto dai paesi dell’est, all’insaputa dei consumatori e spacciata come Made in Italy perche’ non e’ stato ancora introdotto l’obbligo di indicare l’origine in etichetta richiesto dalla Coldiretti che sta anche lavorando per riconoscere una denominazione Igp (Indicazione geografica protetta) per l’agnello del Centro Italia del quale e’ stata appena pubblicata la proposta del Ministero che verra’ inviata a Bruxelles.
Abbacchio, attenzione alle truffe – Soprattutto per l’abbacchio l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, ha lanciato il monito per evitare le truffe. L’agnello ha diverse caratteristiche in relazione all’eta’.
L’abbacchio o agnello leggero – Ha un mese di vita ed e’ alimentato con latte materno. Ha valore nutritivo inferiore all’agnellone per il minor contenuto percentuale di proteine. Lo spezzato ha una percentuale di scarto del 60%, il coscio del 35%. Rappresenta il 70% delle carni ovine consumate.
Agnellone o agnello bianco o pesante – Ha 3-4 mesi di vita. Meno costoso e piu’ nutritivo dell’abbacchio. Lo spezzato ha una percentuale di scarto del 50%, il coscio del 30%.
Agnello adulto o castrato – Ha piu’ proteine e grassi dei due precedenti. Considerato che il consumo dell’abbacchio aumenta nel periodo pasquale, i consumatori dovrebbero stare attenti a non pagare un agnellone per abbacchio: gli elenchi sopra riportati hanno in comune il nome agnello, che ha prezzi e gusti diversi in relazione all’eta’. Di fronte ad un cartello con la scritta ‘agnello’ sarebbe utile chiedere se e’ abbacchio, agnellone o castrato. Informarsi e’ sempre utile, soprattutto per tutelare il proprio portafoglio e non farsi turlupinare. Tra l’altro prezzi piu’ bassi possono indicare una provenienza estera, per esempio Paesi dell’Est europeo, Nuova Zelanda e Australia.