Crisi: 3 aziende agricole su 5 con i conti in rosso

“Tre imprese agricole su cinque hanno bilanci e ‘in rosso’. Sotto i duri colpi di costi (produttivi, contributivi e burocratici) che s’impennano sempre di più, di prezzi sui campi in crollo verticale e di redditi in caduta libera, gli agricoltori sono in grande affanno e rischiano di non stare più sul mercato. Davanti ad uno scenario drammatico non si può stare fermi. Il governo, come ha fatto per altri settori economici, deve intervenire in tempi rapidi, altrimenti tantissime aziende saranno costrette a chiudere nei prossimi due-tre anni”. Giuseppe Politi, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, rilancia con forza il grido d’allarme per un settore abbandonato a se stesso e alle prese con difficoltà enormi e privo di una politica efficace, “di un vero progetto che rilanci sviluppo e competitività”.

Crisi – “In questi ultimi anni -aggiunge Politi- si è fatto poco o nulla nei confronti dell’imprenditoria agricola. Solo sporadici ed insufficienti interventi che non hanno risolto i problemi con i quali l’agricoltura è costretta a confrontarsi. E questo è molto grave soprattutto in un momento in cui a livello europeo si stringono i tempi per decidere quale sarà la Politica agricola comune dopo il 2013. Servirebbe un’accelerata, una totale presa di coscienza delle questioni che stanno mettendo in ginocchio le nostre campagne. Purtroppo, non vediamo neanche l’ombra di un provvedimento efficace”. "Più volte abbiamo sottolineato che il 2009 è un anno da dimenticare per l’agricoltura. Le tante occasioni per decidere misure valide per il settore -afferma il presidente della Cia- sono passate invano, a cominciare dalla legge finanziaria per il 2010 dove non c’è alcuna traccia del mondo agricolo. Anche in altre successive occasioni, dal ‘Milleproroghe’ al decreto incentivi, gli agricoltori non hanno trovato i riscontri che attendevano. Il quadro si è aggravato e ora le imprese sono in grande affanno e, se non si prenderanno le dovute misure, difficilmente riusciranno a superare l’urto di una crisi che si fa opprimente”.

Belle promesse – “Dal governo -rimarca Politi- abbiamo avuto soltanto tante belle promesse, ma di atti tangibili nulla. Per di più sono state prese decisioni, come quella dell’annullamento dell’’accisa zero’ per il gasolio, che hanno reso più drammatica la situazione, in particolare per le serre che vivono un momento di profondo disagio e grande difficoltà. Ma sono tutti i comparti a soffrire, a confrontarsi con una dura realtà che sta mettendo a dura prova la stessa sopravvivenza delle imprese”. “Da qui il nostro appello perché ci si sia un’attenzione nuova nei confronti del settore primario, perché -rimarca Politi- si inizi a sviluppare una politica realmente incisiva, fatta di interventi concreti e di provvedimenti seri che ridiano certezza e prospettiva a più di un milione e mezzo di famiglie che vivono in agricoltura e di agricoltura. Non a caso, al neo-ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan abbiamo chiesto di riavviare al più presto la concertazione, che riteniamo indispensabile per delineare e portare avanti scelte condivise e mirate”.

Conferenza agricoltura – “Allo stesso tempo abbiamo sollecitato il nuovo ministro a riprendere l’iter, avviato nella precedente legislatura e, purtroppo, ora bloccato, nonostante gli impegni dichiarati, della Conferenza nazionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Un appuntamento che per noi -sostiene il presidente della Cia- deve essere svolto entro quest’’anno, in quanto fondamentale per il futuro dell’intero settore. La nostra, d’altra parte, è stata l’organizzazione professionale agricola che l’ha proposta fin dal luglio del 2004. E’, dunque, un’occasione importante dalla quale far scaturite un organico progetto di sviluppo e competitività, una nuova politica agraria, nei confronti di cui le istituzioni e le rappresentanze agricole possano assumere le proprie responsabilità, impegnandosi a realizzarlo”.

 

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