Produzione agricola e valore aggiunto in recupero nel primo trimestre 2010. È quanto emerge dalle stime Ismea contenute nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni dell’agroalimentare. I due indicatori, elaborati in base ai dati espressi in termini reali, destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi, segnerebbero, infatti, una crescita rispettivamente del 2% e del 2,5% rispetto al trimestre precedente. Sul fronte dei prezzi agricoli Ismea rileva una sostanziale stabilita’ rispetto al quarto trimestre 2009 (+0,3%), pressoché analoga a quella registrata dai costi dei mezzi di produzione (+0,5%). Il confronto con il primo trimestre del 2009 rivela ancora una volta una flessione significativa dei prezzi (-7%) a fronte di una meno marcata dei costi. Questi risultati derivano dalle prime indicazioni disponibili sull’andamento delle semine dei cereali invernali, mentre per la zootecnia, lo scenario appare nel complesso stabile. La redditività degli agricoltori, misurata in funzione dell’andamento della ragione di scambio (rapporto prezzi alla produzione – prezzi dei fattori produttivi) continua, pertanto, a viaggiare su livelli molto inferiori rispetto a due anni fa, anche se, precisa Ismea, il confronto con il 2008 risente dei rialzi record dei prezzi che hanno interessato alcuni prodotti i primi mesi dell’anno.
La situazione – Tornando al primo trimestre 2010 i ribassi maggiori dei prezzi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, hanno interessato frumento, ortaggi, frutta fresca, vino e, in misura inferiore, carne bovina, confermando, fatta eccezione per gli ortaggi, la dinamica negativa emersa nel 2009. Sono in aumento, sempre a livello tendenziale, le quotazioni di carne suina, latte e derivati e olio di oliva, dopo un 2009, comunque, penalizzante dal lato della remunerazione dei prodotti. Intanto sul fronte dell’industria agroalimentare, l’indice Ismea del clima di fiducia registra un recupero sia su base congiunturale, sia, soprattutto, tendenziale, dinamica, quest’ultima, da attribuire prevalentemente alla ripresa delle attese di produzione degli operatori. Analogo riscontro dal clima di fiducia della GDA, migliorato sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua, in ragione soprattutto del forte aumento delle aspettative sulle vendite.