Un’azione di lotta biologica per difendere i castagni da un pericoloso inquilino. L’ha intrapresa la Regione Toscana attraverso l’Arsia, Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo e forestale, per far fronte alla presenza, nelle castagnete, del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus), un insetto che attacca la chioma e causa danni sia in termini di perdita di frutti che di accrescimento delle piante.
L’insetto – Il cinipide, cosi’ come emerge dalle attivita’ di monitoraggio sul territorio toscano, svolte dal Servizio Meta dell’Arsia in collaborazione con il Servizio fitosanitario regionale di Arpat, e’ apparso per la prima volta nel nostro territorio nel 2008, e nel giro di pochissimo tempo la sua presenza si e’ allargata a a tutto il territorio regionale con livelli di infestazione piu’ alti in provincia di Massa Carrara, Pistoia e Firenze e con focolai sparsi, di piccola entita’, nei castagneti della Toscana centro meridionale. Considerato la presenza del castagno nelle foreste toscane (e’ la specie prevalente su oltre 179.000 ettari di superficie) e il suo valore economico oltreche’ ambientale, quest’anno, l’Arsia, su mandato della Regione, settore programmazione forestale, ha attivato uno specifico progetto sperimentale triennale di controllo biologico del cinipide del castagno basato sull’introduzione dell’antagonista naturale Torymus sinensis, da realizzarsi nell’ambito delle attivita’ del Servizio Meta in stretto collegamento con Enti territoriali, associazioni di produttori e castanicoltori. Il lancio dell’insetto parassitoide che dovra’ contrastare il cinipide del castagno e’ avvenuto in questa settimana nei cinque siti individuati: Marradi (Firenze), Acquerino (Pistoia), Ca prese Michelangelo, localita’ Fragaiolo (Arezzo); Castelpoggio (Carrara), Sorano (Grosseto). Tutte le potenziali aree di lancio sono state valutate in base alla presenza quantitativa del cinipide e alla conseguente maggiore probabilita’ di acclimatazione dell’insetto utile. Una valutazione, per capire il livello di acclimatamento del Torymus sinensis verra’ fatta nei prossimi mesi assieme ai consulenti scientifici.