Le agroenergie conquistano i campi italiani. Prende infatti forma il piano operativo del gruppo Terrae, detenuto a maggioranza dall’Associazione nazionale bieticoltori (Anb) alle prese con la riconversione del suo core business: dallo zucchero alla lampadina. ‘ingresso di Terrae sul mercato dell’energia attivera’ investimenti di imprese agricole per 280 milioni di euro e grazie ai nuovi partner disporra’ a breve di una ancor piu’ importante leva finanziaria.
Ripresa per il settore zucchero – Obiettivo minimo del gruppo: risollevare il settore zucchero, che in 5 anni ha perso l’80 per cento delle proprie aziende e del valore della produzione. Obiettivo massimo: creare valore in un’ottica di ”burden sharing” tra settori produttivi in un quadro di autosufficienza energetica. Il contributo di Terrae alla produzione di agroenergie (che in Italia possono potenzialmente soddisfare il fabbisogno energetico di circa 2 milioni di cittadini, ovvero 2 volte la popolazione di Napoli), si sviluppa attraverso la riconversione, in parte gia’ avviata, degli ex zuccherifici in centrali di cogenerazione, ma anche con la realizzazione di decine di impianti agro energetici dalla potenza inferiore a un megawatt. Una soluzione importante per gli imprenditori agricoli, che si traduce in una boccata d’ossigeno anche per le nostre citta’, se si considera la stima in termini di abbattimento di Co2: 700 mila tonnellate annue, l’equivalente di due giornate di stop dell’intero trasporto stradale italiano. Il piano industriale del gruppo, presieduto da Federico Vecchioni, punta a fondo sulle biomasse solide e conta sugli investimenti in ambito nazionale per la costruzione di nuovi impianti per la produzione di energia elettrica da combustione.