Ormai siamo in presenza di cifre insostenibili. I costi per le imprese agricole hanno raggiunto livelli record. Tra mezzi di produzione (concimi. mangimi, sementi, antiparassitari, carburante), oneri contributivi e burocratici è un gravame che rischia di mettere fuori mercato migliaia di aziende. Dal 2000 ad oggi, abbiamo assistito a rincari considerevoli. Per alcuni prodotti i prezzi pagati dall’agricoltore sono praticamente triplicati. Tra questi, soprattutto la “voce” energia, a causa dei continui rincari, negli ultimi mesi ha inciso in modo pesante sulla gestione imprenditoriale. Emblematica in questo senso è l’abolizione per le serre delle agevolazioni (la cosiddetta “accisa zero”) sul gasolio agricolo che ha fatto crescere enormemente le spese aziendali. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che rinnova la sua vibrante richiesta affinché vengano prese immediate misure, a cominciare dalla proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali, in scadenza il prossimo 31 luglio, e dalla reintroduzione del “bonus” carburante per i serricoltori e da estendere anche alle altre attività agricole, per dare reali sostegni agli agricoltori in grave difficoltà.
Allarme – Una situazione allarmante che, sommata alla caduta libera delle quotazioni sui campi, diventa esplosiva e rischia – avverte la Cia – di trascinare nel baratro molti imprenditori che non riescono più a stare sul mercato. Il campanello d’allarme è, d’altra parte, già suonato: il crollo dei redditi, che nel 2009 sono stati tagliati di circa il 21 per cento. All’agricoltura, d’altronde, la finanziaria 2010 – ricorda la Cia – ha tolto risorse per oltre un miliardo di euro, mentre provvedimenti, come il “milleproroghe” e il decreto incentivi, non hanno riservato alcuna attenzione ai pressanti problemi del settore primario. Attualmente i costi produttivi incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60 e l’85 per cento. Solo nello scorso anno l’incremento è stato del 12 per cento. E per quest’anno si prevede una crescita ancora sostenuta. Un trend che si è confermato anche nel primo trimestre 2010.
Oneri – A questi incrementi, che negli ultimi anni hanno frenato l’attività imprenditoriale con un crescendo impressionate, si aggiungono anche gli oneri previdenziali (in poco meno di due anni sono cresciuti del 26 per cento) e quelli di carattere burocratico. Oneri pesanti che -conclude la Cia- si traducono in un forte ostacolo alla crescita economica delle imprese, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività.