Fedagri Confcooperative Marche e Legacoop Agroalimentare Marche, consapevoli delle grandi difficoltà che gli agricoltori stanno vivendo in questi mesi per un prezzo troppo basso dei prodotti agricoli, sono riuscite, insieme alle cooperative associate e ad alcuni commercianti di cereali delle Marche, a siglare un importante accordo con la Barilla spa per garantire una maggiore remunerazione del grano. L’accordo prevede l’acquisto, da parte di Barilla, di un quantitativo di frumento duro, pari a 500mila quintali l’anno, a un prezzo concordato, nel triennio 2011-2012. L’intesa sarà applicata, in via sperimentale, alla raccolta del grano 2010-2011 con l’acquisto di 120mila quintali di grano. Coinvolge 19 tra cooperative e stoccatori privati, per un totale di 726 agricoltori marchigiani, in un progetto di filiera economicamente valido in grado di gettare le basi per lo sviluppo dell’intero settore. I soggetti che aderiscono all’accordo forniscono il 15% circa della loro produzione di grano duro, pari al 50% del totale del grano prodotto nelle Marche. L’idea di fondo nasce dal Psr-Piano di sviluppo rurale della Regione Marche 2007-2013 che, con i progetti di filiera regionali, ha gettato le basi per trovare dei modelli nuovi di commercializzazione, favorendo il confronto tra tutti gli attori dello scenario economico e trovando nella Barilla un partner efficiente e concreto. Il raggruppamento di imprese, che ha sottoscritto l’accordo con la Barilla, ha anche presentato un progetto per il bando del Psr sulle filiere regionali, dal titolo “Futuro cereali delle Marche”, che prevede anche la formazione per gli imprenditori agricoli, il finanziamento delle strutture agricole e quelle di stoccaggio e misure di tracciabilità di tutto il prodotto all’interno della filiera.
I commenti – “É da un anno che abbiamo instaurato un tavolo di trattativa con la Barilla per trovare un accordo in grado di garantire una maggiore remunerazione del grano duro marchigiano – spiega Patrizia Marcellini, presidente di Fedagri Confcooperative Marche -, trovando un prezzo definito alla semina, che tenga conto dei costi di coltivazione e di una quota di utile per l’agricoltore, in grado di dare continuità alla coltivazione del grano nella nostra regione. Solamente trovando accordi con l’industria italiana, sempre attenta alla qualità della materia prima utilizzata per la produzione della pasta, si può dare futuro alla nostra agricoltura”. “Basta girare attorno al problema – dice Teodoro Bolognini, responsabile settore Agroalimentare di Legacoop Marche -, dietro i prezzi bassi ci sono quasi sempre delle speculazioni e poi a rimetterci sono sempre gli anelli deboli: i produttori e i consumatori. Se produrre un quintale di grano costa 19 euro, perché il mercato ne riconosce solo 12-13? Se un litro di latte costa 40 centesimi per produrlo perché all’allevatore ne vengono riconosciuti solo 35? Tutto questo, che vale per quasi tutti i prodotti agricoli, sta producendo fuga, abbandono, mancanza di ricambio generazionale. Cosa fare? Se i consumatori vogliono qualità e, possibilmente, prodotti locali e se l’industria vuole produrre qualità e tipicità, occorre mettersi d’accordo fra tutti i soggetti della filiera alimentare. Questo è il progetto di filiera, che oggi riguarda il settore dei cereali: un contratto nel quale viene stabilito in anticipo ‘il prezzo giusto’ in modo che l’agricoltore decide se e cosa seminare, l’industria cosa e come produrre, il consumatore cosa acquista. Solo in questo modo si serve il consumatore e si ‘salva’ l’agricoltura ormai agonizzante. Alla Regione Marche chiediamo di accompagnare questo percorso innovativo, che va replicato per tutti i comparti dell’agroalimentare, sostenendone i contenuti tramite le risorse del Piano di sviluppo rurale”. “Basta scendere in piazza, attaccare tutti e tutto – afferma Massimo Stronati, presidente di Confocooperative Marche -, fare le crociate contro l’industria italiana, bisogna iniziare a fare dei distingui, coinvolgere imprese serie e promuovere una politica fatta di alleanze e accordi commerciali trasparenti ed equi per tutti i componenti della filiera. Stare da soli sicuramente non sta pagando e non fornirà una risposta per il futuro di questo importante settore”. Marcello Storoni, direttore della cooperativa Acof di Fano (Pu), e Luciano Petrini, imprenditore, hanno sottolineato come “tutto il mondo dell’agricoltura affronta con difficoltà il proprio futuro” e che “continuando così, l’anno prossimo potrebbero rimanere campi incolti visto che il prezzo di vendita, sempre più, non riesce a coprire nemmeno i costi di produzione”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche Giuseppe Biagetti, presidente della cooperativa Valle del Chienti di Tolentino (Mc).
Le strutture coinvolte nell’accordo
Il Biroccio s.c.a – Filottrano (An) (capofila)
A.c.o.f s.c.a – Fano (Pu)
Acciarri Ugo & Nello S.r.l. – Ortezzano (Ap)
Amadei s.r.l. prodotti per l’agricoltura – Macerata Feltria (Pu)
Aprocer s.c.a – Senigallia (An)
Asal s.r.l – Ancona
Az. Agr. Petrini M&L – Marina di Montemarciano (An)
Bacchini Agricoltura s.r.l – Tavullia (Pu)
Biagetti s.a.s. di Biagetti Alfonso & c – Ripe (An)
C.a.t.a a.r.l – Filottrano (An)
Cerealtenna s.r.l – Monte Urano(Fm)
G.a.i.a s.c.a – Senigallia (An)
La Cereale s.r.l – Osimo (An)
La Cerealicola s.r.l – Macerata
Lu.Da s.r.l. – San Faustino di Cingoli (Mc)
U.p.a.a s.c.r.l – Jesi (An)
Valle del Chienti s.c.a – Tolentino (Mc)
Verdini Fratelli snc – Arcevia – S. Lorenzo in campo (Pu)
Vitaliagricoltura s.r.l – Fano (Pu)