“Mantenere vive le terre arabili, che sono la garanzia del made in Italy, la base della nostra produzione agroindustriale. I seminativi sono una grande risorsa che l’agricoltura italiana non può permettersi di perdere”, così il presidente nazionale di Confagricoltura, Federico Vecchioni, intervenendo all’assemblea dell’Organizzazione agricola di Cremona.
Crisi dei redditi – L’appello è ancora una volta causato dalla critica situazione dei redditi degli imprenditori agricoli: “La coltivazione dei cereali, basilare per la zootecnia, è strategica per tutta l’agricoltura nazionale, ma è a rischio per la costante riduzione dei margini di redditività che, ormai da anni, mette a dura prova la tenuta delle imprese agricole del comparto”, ha sottolineato il leader di Palazzo Della Valle, per poi continuare: “Per il mais, su cui il maltempo ha influito negativamente, solo in Lombardia Confagricoltura stima un crollo produttivo vicino al 17% e, riguardo ai prezzi, la previsione che non ci sia un’altra preoccupante picchiata, come nel periodo tra ottobre e marzo scorsi, resta tutta da verificare, alla luce degli sviluppi stagionali della coltivazione”.
Prezzi in caduta libera – Scenario analogo per il grano duro, che l’anno scorso veniva pagato circa 210 euro alla tonnellata, mentre oggi non supera i 154 euro. Il calo è del 26% a fronte di una diminuzione dei costi di produzione che non va oltre il 4%. E, date le cattive condizioni climatiche primaverili, per la raccolta alle porte si stima una flessione del 2,7% rispetto al 2009”. “E’ uno stato di cose difficile come non mai – commenta Vecchioni – e solo la capacità, la costanza, la tenacia, l’attaccamento alle tradizioni fa trovare agli imprenditori agricoli la forza di non chiudere le aziende, di non cederle ai ‘cacciatori di terra’, scatenati su scala globale, o magari darle in affitto su lunghissimo periodo a chi offre cifre lusinghiere, per trasformarle in pure produttrici di energia, abdicando così dal diritto-dovere di garantire prima di tutto la base per alimentare i cittadini italiani e le industrie nazionali di trasformazione”.
Quote latte – Infine il latte: “Solo una corretta e tempestiva applicazione di quanto disposto dalla normativa sulle quote, ed in particolare della legge 33/2009, può consentire al settore di lasciarsi definitivamente alle spalle il lungo periodo di contestazioni strumentali che hanno causato tanti danni all’erario ed hanno influenzato in modo tanto negativo l’andamento delle quotazioni di mercato”, ha sottolineato il presidente esprimendo l’ apprezzamento di Confagricoltura per la linea operativa scelta in proposito dal ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan. “E’ preciso dovere di un amministrazione responsabile adottare, sulla base delle norme di legge, le azioni più opportune per assicurare la tutela dei diritti dei produttori che hanno operato nel rispetto delle regole – ha concluso Federico Vecchioni – e il nuovo clima inaugurato dal ministro Galan è di ottimo auspicio in questo senso”.