Si concluderà così mercoledì 7 luglio alle ore 11 nella sala congressi della Guardia di Finanza in via delle Fiamme Gialle a Coppito – L’Aquila, con un grazie affettuoso a quanti l’hanno sostenuta, alle Fiamme Gialle aquilane e al generale Fabrizio Lisi che l’hanno resa possibile accettando di "ospitare" e custodire quanto via via raccolto, l’avventura del “Piccolo Banco Solidale del Vino per l’Aquila”.
Solidarietà – Il progetto nasce da un’idea del giornalista, Antonio Paolini, (Il Messaggero, curatore Guide Espresso e Vini Buoni D’Italia Touring Club) il quale, dopo il terremoto, attraverso i media, specializzati e non, e dieci mesi fa nella sede delle presentazioni delle tre maggiori Guide di settore (Espresso, Gambero Rosso, Vini Buoni d’Italia Touring Club in rigoroso ordine alfabetico) ha lanciato il seguente appello: "Per aiutare a far ripartire chi, con coraggio, riaprirà il proprio locale, entro un anno, nella città abruzzese ferita al cuore dal sisma. Dai produttori italiani un messaggio d’amore (e di speranza) in bottiglia". Quel messaggio è arrivato, forte e chiaro. E le adesioni si sono moltiplicate. Decine di produttori italiani e due Consorzi (Soave e Sagrantino) hanno risposto e, in questi mesi, hanno fatto arrivare all’Aquila più di 1700 bottiglie di vino che, grazie alla collaborazione della Guardia di Finanza sono state “stoccate” nella caserma di Coppito. Il 7 luglio, quindi, alla presenza delle Autorità aquilane, di una delegazione del Comune di Teramo, anch’esso colpito dal sisma e solidale con i "fratelli" aquilani, del comandante della Caserma, il generale Fabrizio Lisi, e di alcuni produttori, tra cui il presidente del Consorzio del Soave Arturo Stocchetti e la Confraternita del Sagrantino in rappresentanza ideale di tutte le azienze vitivinicole che hanno aderito, prenderà il via l’organizzazione della distribuzione.
Progetto – Si tratta, ne è ben consapevole chi ha ideato e lavorato al progetto e fra questi gli aquilani Roberto De Viti (critico enogastronomico) e Marzia Buzzanca (enoteca Vinalia) di una fiammella, minima e di misurata rilevanza, accesa in un panorama mai forse così gravato di incognite a partire dal grande disastro del sisma e dalle tante speranze alimentate subito dopo. Questa fiammella vuol costituire un segnale: un luogo, uno spazio, una città, una "agorà", una comunità, per rinascere hanno bisogno di molte, nodali, fondamentali, importantissime cose.
Piccolo Banco – E L’Aquila e la sua gente le attendono, e si battono per averle. Ma al tempo stesso una comunità non è tale se non ha spazi comuni, luoghi di incontro, momenti di socialità e, tanto più nei passaggi estremamente "pesanti" che ha vissuto e vive, le indispensabili pause di umana leggerezza. A chi, con il suo lavoro, offre alla collettività tutto ciò malgrado i tempi e le difficoltà, a chi ha avuto il coraggio di restare e credere, il grazie del Piccolo Banco arriva sotto forma di un simbolico premio, minimo "risarcimento" al danno subito. Alla città tutta, e alla sua gente, offriamo invece quel che può dare la gente del vino: un cin cin. Ad un futuro che, malgrado tutto, ci ostiniamo a credere possibile. E all’altezza della nostra storia.