In lieve flessione la fiducia degli operatori dell’industria alimentare italiana nel secondo trimestre del 2010. Lo rileva l’Ismea in base ai risultati dell’indagine trimestrale condotta a giugno su un panel di 1.200 aziende. L’indice che misura la confidence degli operatori del settore ha assunto un valore pari a zero (l’indice varia tra -100 e +100), in flessione di due punti rispetto al trimestre precedente, registrando una prima battuta d’arresto dopo la ripresa progressiva osservata a partire dal secondo trimestre del 2009. Rispetto al secondo trimestre 2009, l’indice mostra, comunque, un miglioramento tendenziale di quasi sette punti.
Domanda incerta – La congiuntura dell’industria alimentare italiana è stata caratterizzata da un andamento della domanda incerto, basato su una lieve ripresa degli ordini che comunque continuano ad attestarsi su un livello basso, sull’accumulo delle scorte di magazzino e sulle attese di produzione per il prossimo trimestre sì positive ma in leggera flessione. A livello settoriale, il miglioramento congiunturale della fiducia (valore dell’indice positivo e variazione congiunturale positiva) ha prevalentemente interessato l’industria degli elaborati a base di carne, molitoria, della trasformazione ortofrutticola, dei prodotti da forno, del vino e della lavorazione del pesce. Negativa, invece, la congiuntura (valore dell’indice negativo e variazione congiunturale negativa) dei settori mangimistico, del pane, della pasta, della prima lavorazione delle carni e delle acque naturali e bevande analcoliche.
Tutte le regioni – In ambito territoriale, la flessione ha interessato quasi tutte le regioni, eccezion fatta per quelle meridionali la cui fiducia è risultata in miglioramento rispetto allo scorso trimestre. I dati rilevati nell’ambito dell’approfondimento sull’andamento della situazione economico-finanziaria hanno messo in evidenza che gli operatori dell’industrie alimentari, rispetto allo scorso anno, hanno percepito un generale miglioramento delle proprie performance relativamente a tutti gli aspetti considerati (solidità patrimoniale, liquidità, efficienza, redditività), sebbene talune criticità siano ancora sentite sul fronte della redditività a causa degli elevati costi di produzione, soprattutto nel settore della panificazione, dell’olio d’oliva, del riso e della pasta.