Ovicaprino, a rischio 70mila allevamenti italiani

Settantamila allevamenti italiani di pecore a rischio scomparsa. La grave crisi della pastorizia con il latte e la carne che vengono sottopagati a livelli insostenibili per gli allevatori mette in pericolo 7 milioni di pecore che rappresentano un patrimonio economico, sociale, ambientale e culturale del Made in Italy. E’ quanto afferma in una nota la Coldiretti per sottolineare la grave crisi che sta attraversando il settore.

La situazione sarda – "In Sardegna si produce – aggiunge la Coldiretti – quasi la meta’ del latte di pecora, il latte viene pagato 60 centesimi di euro al litro ben al di sotto dei costi di produzione e su valori inferiori del 25 per cento rispetto a due anni fa, mentre la carne di agnello deve subire la concorrenza sleale delle produzioni estere che vengono spacciate come nazionali per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine a differenza di quanto avviene per la carne bovina. La produzione media di latte per pecora e’ di circa cento litri all’anno con una produzione nazionale complessiva che – conclude la Coldiretti – e’ di 7 milioni di quintali. La prima regione di allevamento in Italia e’ la Sardegna con 3 milioni di quintali, Sicilia con 700mila quintali, il Lazio con 600mila, la Toscana con 500mila".

Strategie di ripresa –  Tra gli interventi di emergenza proposti dalla Coldiretti figurano, inoltre, la ristrutturazione dei debiti delle aziende, sia bancari che previdenziali e il ripristino degli sgravi contributivi nelle zone svantaggiate. In particolare l’organizzazione di categoria sollecita il ricorso nelle regioni interessate al sistema de minimis che, data la crisi economica e’ stato elevato dall’Unione Europea, in via temporanea, a 15mila euro, da utilizzare entro il 31 dicembre di quest’anno. Il documento sollecita anche un nuovo piano ambientale di mantenimento della produzione ovina da finanziare attraverso una nuova modulazione del Piano di sviluppo rurale (Psr), prevedendo un incremento delle indennita’ compensative e la reintroduzione delle misure per il benessere animale. In particolare per la Sardegna., Coldiretti ritiene indispensabile un ulteriore impegno della regione orientato a liquidare le domande di pagamento ancora giacenti, in vista della costituzione di un organo pagatore regionale.

Un tavolo interregionale – Sempre tra le misure congiunturali, l’organizzazione di categoria indica l’istituzione di un tavolo tra regioni interessate (Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana) e il ministero per le Politiche Agricole per la verifica e il controllo costante del corretto funzionamento delle associazioni di produttori e di quelle comuni riconosciute, e sistemi certificati di tracciabilita’ del latte, con l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio dei flussi di prodotto con la collaborazione dei carabinieri del Nas e dell’Agenzia delle Dogane. Gli interventi strutturali proposti puntano invece a costituire "una filiera ovicaprina tutta agricola e italiana", anche attraverso la rimodulazione dei Psr delle regioni interessate.

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