Consumi alimentari al palo nel primo semestre dell’anno. Dopo il lieve incremento tendenziale del primo trimestre (più 0,8 per cento), nel periodo aprile-giugno si è registrata una battuta d’arresto (meno 0,6 per cento), che ha determinato una nuova frenata negli acquisti per la tavola da parte delle famiglie italiane. Mentre la spesa per confezionare il menù giornaliero continua a diminuire per effetto anche della riduzione dei prezzi al consumo (meno 2,8 per cento sempre nei primi sei mesi). Dunque, meno pane, pasta, frutta, carne e vino, ma crescono i piatti (soprattutto i primi) surgelati e i prodotti ortofrutticoli di IV gamma. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori anche sulla base dell’ultimo rapporto dell’Ismea sulle tendenze dell’agroalimentare nel nostro Paese. Analizzando la situazione dei vari comparti, si riscontra -rileva la Cia- una totale stagnazione per i derivati dei cereali, per le carni suine, per i salumi, per la frutta e agrumi. In netta flessione, invece, i consumi domestici di prodotti ittici, di vini e spumanti e di carni bovine. Al contrario, risultano in crescita latte e derivati, ortaggi e patate, olio di oliva e carni avicole.
I dati – Entrando nel dettaglio delle singole voci di prodotto, emergono tendenze -come mette in evidenza l’Ismea- già riscontrate, su cui convergono fattori sia di tipo strutturale, connessi ai diversi stili di vita delle famiglie, che portano a privilegiare prodotti con un elevato contenuto di servizio e facilità d’uso, sia di tipo congiunturale, connessi ad una maggiore attenzione del consumatore al fattore prezzo. E così, nei primi sei mesi, prosegue -rileva la Cia- la flessione dei consumi di pasta (meno 3,6 per cento) e pane (meno 2,4 per cento). Invece, continuano a crescere i consumi domestici dei primi piatti surgelati (più 3,9 per cento) e dei sostituti del pane (più 4,8 per cento), favoriti anche da una flessione dei prezzi medi al consumo. Anche la frutta fresca registra una diminuzione in quantità (meno 1,5 per cento), alla quale si accompagna una riduzione dei prezzi medi al consumo che ha portato a una considerevole flessione della spesa (meno 11,5 per cento). Positiva è, al contrario, la tendenza rilevata tra gli ortaggi e patate (più 1,5 per cento) che -rimarca l’Ismea- è da legare sia ai prodotti freschi, i cui consumi domestici sono tornati a crescere, sia ai prodotti di IV gamma (freschi confezionati) e V gamma (cotti), che pur avendo un peso marginale sulla spesa complessivamente sostenuta, confermano un trend in aumento (rispettivamente più 8,3 per cento e più 1,5 per cento nel primo semestre 2010). Accanto ad una ripresa degli acquisti di olio di oliva (più 2,4 per cento e dei prodotti lattiero-caseari (più 0,9 per cento), si è avuta una diminuzione (meno 2,3 per cento) per vini e spumanti, per le carni bovine (meno 3,7 per cento) e per la carne suina (meno 1,6 per cento.)