Il ‘decreto sull’agricoltore panettiere’ (decreto del 5 agosto 2010 pubblicato in G. U. n. 212 del 10 settembre 2010) sarà oggetto di ricorso perché in contrasto con la disciplina comunitaria, la Costituzione, la normativa statale di settore e la ratio fondante delle liberalizzazioni del 2006. Lo annuncia la Federazione italiana panificatori, anticipando alcune basi del ricorso in procinto di essere avviato presso il Tar del Lazio e l’Unione Europea a tutela dei 26mila forni artigianali italiani.
Tra i capisaldi del ricorso, l’incompatibilità del decreto con il principio di libera concorrenza tra produttori dello stesso bene ma anche il contrasto con la disciplina Ue, che definisce prodotti agricoli i beni di prima trasformazione come la farina, mentre fare il pane è un’attività di seconda trasformazione.
Per Luca Vecchiato, presidente della Fippa: “Il decreto del 5 agosto crea di fatto una distorsione del mercato ai danni dei panificatori italiani. Grazie a un “decreto balneare”, oggi ci ritroviamo a competere contro una categoria – quella degli agricoltori – la cui pressione è di oltre il triplo inferiore alla nostra, con un regime forfetario che si ferma al 15% mentre per i panificatori artigiani arriva fino al 52%. Tutto il contrario di quanto si voleva ottenere con le liberalizzazioni del decreto Bersani. Liberalizzazioni che ci hanno colpito pesantemente – ha proseguito Vecchiato – ma che abbiamo accolto a fronte di un regolamento che distinguesse in etichetta il ‘pane fresco artigianale’ da quello conservato’. Dopo 4 anni il regolamento attuativo non è stato ancora emanato e la risposta alla nostra attesa è questo decreto beffa che non accetteremo. Vogliamo solo equità e pari condizioni – ha concluso Vecchiato – e non ci fermeremo finché il governo non garantirà quanto stabilito dalla legge”.
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