La grande manifestazione di ieri in Sardegna, che ha visto scendere in piazza migliaia di agricoltori, ha confermato il profondo stato di malessere degli imprenditori, in particolare dei pastori, che stanno vivendo una serie di drammatica crisi, ed evidenziato ancora una volta la necessità di adottare pronti ed efficaci interventi per dare risposte alle tantissime imprese sarde che sono costrette ad affrontare una situazione di gravissima difficoltà. E’ quanto evidenzia la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che riafferma la piena adesione, appoggio e solidarietà all’iniziativa sindacale ed è a fianco della Cia regionale e dei produttori che chiedono risposte valide ai loro pesanti problemi.
Dramma – Risposte immediate -sottolinea la Cia- devono essere date soprattutto al settore ovicaprino che continua a trovarsi nel dramma più assoluto. I prezzi del latte alla stalla non sono più remunerativi, mentre i costi produttivi, contributivi e burocratici corrono in maniera vorticosa. Il quadro è allarmante e desolante nello stesso tempo. Da parte del Governo e delle Regioni tarda a venire la dichiarazione dello stato di crisi che permetterebbe di ridare una boccata d’ossigeno ad un settore sempre più sull’orlo del baratro. Mentre il confronto interprofessionale (tra produttori e industriali trasformatori) è ancora impantanato nelle polemiche e nelle contrapposizioni.
Mancanza di dialogo – Pertanto, in vista del prossimo tavolo al ministero (fissato per il 20 ottobre), la Cia, fortemente preoccupata per la mancanza di un dialogo costruttivo e di misure di reale sostegno ai pastori, auspica una positiva ripresa del negoziato nella filiera per arrivare ad un soddisfacente accordo inteprofessionale che fissi un prezzo del latte veramente remunerativo. Allo stesso modo si sollecita il Governo e le Regioni a giungere ad un’intesa per la dichiarazione dello stato di crisi, l’attivazione immediata delle procedure per ottenere, in tempi rapidi, il riconoscimento e l’approvazione da parte dell’Unione europea.
Agricoltura in crisi – E’, comunque, l’intera agricoltura sarda alle prese con questioni complesse che rischiano di far crollare il sistema imprenditoriale. E sono aspetti che la Cia regionale ha rimarcato in modo chiaro chiedendo una serie di azioni che pongano fine ad un crescendo di difficoltà che gli agricoltori e i pastori non riescono più a fronteggiare. Tra le misure richieste, ci sono la dichiarazione dello stato di crisi dell’agricoltura da parte del Governo nazionale; l’attuazione dell’ordine del giorno sul comparto ovicaprino approvato dal Consiglio regionale; il rilancio dei principali comparti dell’agricoltura sarda (zootecnico, cerealicolo, ortofrutticolo, vitivinicolo ed olivicolo); il ripristino e la stabilizzazione degli sgravi contributivi previdenziali nelle aree svantaggiate e montane e la reintroduzione del “bonus gasolio”; la concreta attivazione di misure che garantiscano la continuità territoriale delle merci; la ricerca di idonee soluzioni sull’indebitamento in agricoltura; l’attivazione di misure atte a favorire l’accesso al credito da parte dei produttori agricoli.