“Le dichiarazioni del ministro Galan sulla legge di stabilità, varata ieri dal Consiglio dei ministri, che ha parlato di una ‘tragedia’, confermano che ancora una volta per l’agricoltura non ci sarà alcun intervento”. È quanto sostiene il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, preoccupato per la mancanza di attenzione verso le imprese agricole, molte le quali, oberate da costi opprimenti, da prezzi in discesa e da redditi “falcidiati”, rischiano di chiudere i battenti.
La situazione – “Dopo il taglio di risorse per oltre un miliardo di euro nel 2010, si annuncia così una situazione drammatica per il settore, che sta vivendo da tempo una crisi che non ha precedenti negli ultimi trent’anni. Lunedì prossimo – spiega Politi – si riunirà la nostra Giunta nazionale che deciderà la ripresa forte della mobilitazione sull’intero territorio. Colgo l’occasione per lanciare un vibrante invito alle altre rappresentanze del mondo agricolo e cooperativo per sviluppare iniziative sindacali comuni e scendere in piazza uniti”. “È assurdo che il governo prosegua nel suo assordante silenzio nei confronti di un’agricoltura in grandissimo affanno, di un’agricoltura che ha enormi potenzialità e che, invece, viene penalizzata dalla mancanza di misure concrete, di politiche veramente efficaci. Sono ormai due anni -aggiunge Politi- che il settore primario è caduto nel completo dimenticatoio. Solo tanti annunci, ma assolutamente nulla di tangibile. E per le aziende è ‘rosso fisso’. Un quadro estremamente allarmante. Durante la recente Conferenza economica di Lecce abbiamo sostenuto che l’agricoltura italiana non è allo sbando proprio perché gli agricoltori non hanno rinunciato ad essere imprenditori. I problemi, però, sono gravi e richiedono -rileva il presidente della Cia- immediati e validi interventi. Questo, tuttavia, viene completamente ignorato dal governo. È un atteggiamento che non possiamo più tollerare. Siamo pronti a dare battaglia in difesa dei produttori che non possono più operare tra mille difficoltà e profonde incertezze”.